I giornalisti siciliani in piazza contro la cosiddetta legge bavaglio. Questa mattina (8 febbraio) un centinaio di giornalisti si sono riuniti a Palermo in piazza Verdi, ai piedi del Teatro Massimo, per denunciare restrizioni sulla libertà di informazione. Sotto accusa l'emendamento firmato da Enrico Costa di Azione che introduce il divieto di pubblicazione «integrale o per estratto» del testo delle ordinanze di custodia cautelare.
In poche parole, il provvedimento con il quale i giudici formalizzano, su richiesta dei pm, una misura cautelare e che contiene diverse informazioni sulla vicenda giudiziaria, sarà pubblicabile solo dopo l’inizio del processo. La protesta è stata coordinata dalla presidente del consiglio regionale dell’Associazione siciliana della stampa, Tiziana Tavella e ha visto la partecipazione di giornalisti, dei rappresentanti dei comitati di redazione e delle segreterie provinciali di Assostampa in Sicilia, insieme alla Federazione nazionale della stampa.
«Nel corso di qualche decennio - sottolinea Giuseppe Rizzuto, segretario regionale di Assostampa - i diritti dei gironalisti di fare informazione sono stati limitati e segati con una serie di iniziative legislative, che hanno limitato la possibilità dei cronisti di raccontare quello che accade. Soprattutto in cronaca giudiziaria ma anche in altri ambiti - prosegue Rizzuto - con il paravento della non colpevolezza, della riservatezza, che noi condividiamo. Ma che non possono limitare il lavoro dei giornalisti. Noi non ci stiamo, ci opponiamo a questa deriva liberticida. L’informazione è il fondamento di una democrazia».
«È una legge museruola - attacca Roberto Gueli, presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia - che circoscrive il campo di azione dei giornalisti. Tutto il lavoro è in pericolo, saranno mesi complicati, chi legifera deve stare molto attento, perché tutto ciò può creare problematiche in primis ai cittadini, che scelgono i giornali, i siti, i telegiornali proprio perché hanno bisogno di essere informati. L’informazione deve essere con la schiena dritta e non condizionata. Come Ordine dei giornalisti di Sicilia saremo sempre in prima fila per dire no alle leggi che circoscrivono il nostro lavoro»
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