Lo stupro di gruppo di Catania presenta analogie impressionati con la violenza che è stata costretta a subire lo scorso luglio una diciannovenne palermitana, abusata al Foro Italico da sette coetanei, uno dei quali di appena 17 anni. Anche questa volta ad agire è stato un branco composto da sette ragazzi che hanno dimostrato di non avere alcun rispetto per le donne: una violenza inaudita che, come nell’altro caso, supera qualsiasi immaginazione. Per il procuratore capo presso il Tribunale dei minorenni di Palermo, Claudia Caramanna, ci troviamo di fronte a un fenomeno drammaticamente diffuso. «Dalle notizie che ho potuto leggere, le due vicende sembrano molto simili. Alla base di tutto c’è l’amara constatazione che i giovani sono sempre sono sempre più violenti e che si comportano con le donne come se fossero degli oggetti. Non hanno nessuna empatia per le vittime, non capiscono le sofferenze che possono provocare e comunque non se ne curano affatto. I social hanno fatto da cassa di risonanza ai modelli negativi: quasi tutti, infatti, fanno i video e poi li postano per mostrare agli amici cosa hanno combinato. Ma, grazie al decreto Caivano, qualcosa sta cambiando, non c’è più quella sensazione di impunità per il fatto di essere minorenni: ora possiamo intervenire arrestando chi si macchia di crimini gravi». L'intervista completa di Fabio Geraci sul giornale in edicola oggi