File negli uffici postale e nei Caf per l’assegno di inclusione e la richiesta di partecipazione ai nuovi corsi di formazione. Sono migliaia i palermitani che negli ultimi giorni si sono riversati in massa agli sportelli per riuscire a ritirare le somme sostitutive del reddito di cittadinanza. Ma c’è incertezza: mail e messaggi da parte dell’Inps sono arrivati a ridosso del 31 gennaio - ultimo giorno utile per poter usufruire della mensilità di gennaio - e la preoccupazione nella platea degli aventi diritto sale.
La procedura crea difficoltà a numerosi indigenti che rischiano di non avere una continuità reddituale e scoppia il caos davanti alle Poste. Le liste sono lunghissime con una media di circa duecento persone in attesa fin dalle prime ore del mattino e altre se ne aggiungeranno nel corso della giornata.
Tensioni e attese che si trascinano da giorni e c’è chi si ritrova a fronteggiare brutte sorprese. «Adesso percepisco 230 euro in meno - racconta Pasquale D’Amato - mia moglie è invalida al 77% e ho un minore a carico. Prima, con il reddito di cittadinanza, raggiungevo i mille euro, adesso invece arrivo a malapena a 800 euro. La differenza pesa e non poco - continua - perché devo pagare l’affitto, bollette della luce, dell’acqua, del gas e il cibo. Sono costretto ad andare alla Caritas per la spesa e per i vestiti, in questo modo riusiamo a pagare le bollette e l’affitto della casa. E non contiamo la scuola di mio figlio».
Pasquale si trova in una situazione paradossale: «In più non mi spetta niente perché rientro nella categoria dei maggiorenni e degli abili al lavoro ma sono esente perché ho la disabilità di mia moglie, che ha bisogno di aiuto per tutte le azioni quotidiane. Non capisco come funzioni questo nuovo sistema».
Nei Caf, invece, sono in tanti ad attendere l’avvio dei corsi per potersi reinserire nel mondo del lavoro, ma la speranza è poca: «Ho 57 anni - racconta Giovanni Pizzo - nella mia vita ho sempre lavorato, prima come ragioniere, poi ho fatto magazzinaggio per grandi marchi. Mi sono ritrovato a dormire per dieci mesi in un box e per mangiare andavo a casa di alcuni parenti. Qui a Palermo, in Sicilia, lavoro per un cinquantasettenne non se ne trova. Nei mesi scorsi sono riuscito ad andare avanti perché avevo da parte un piccolo fondo pensione di circa mille euro, ma anche questo è finito». E attacca: «Stanno creando una guerra tra poveri e ci stanno riuscendo. La gente si è ammassata la notte fuori dagli uffici postali, c’era il caos per riuscire ad arrivare prima degli altri. Scene da horror, è vergognoso».
nel video le interviste a Pasquale D’Amato Giovanni Pizzo
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