«Dispiace constatare che, a un ignobile fatto come quello di un cane bruciato vivo, qualcuno abbia pensato di rispondere con violenza verbale e, talvolta, muovendo accuse prive di fondamento, in particolare sulle iniziative che si sarebbero dovute adottare nei confronti del soggetto che ha commesso questa vile azione, come se fossero il sindaco o l’amministrazione a poterle assumere in autonomia». Lo afferma il sindaco di Palermo Roberto Lagalla all’indomani delle manifestazioni di protesta in via Croci per le violenze nei confronti degli animali culminate ieri con la morte di un pitbull, Aaron, bruciato vivo dal suo stesso padrone, adesso sottoposto a indagini. «Il Comune ha fatto tutto quello che era in suo potere fare - aggiunge Lagalla - e per queste ragioni, mi riservo di adire le vie legali nei confronti di chi ha rivolto offese verso il Comune e di chi, pensando di mendicare un po' di visibilità da questa penosa vicenda, ha ritenuto, con gratuite affermazioni, di incolparmi di incuria e disattenzione verso i cittadini»