Lo stupro al Foro Italico, un teste: «Disse che era stato bellissimo stare con sette ragazzi». Il legale della giovane smentisce
«Le ho chiesto cosa fosse successo, mi ha risposto testualmente... è stato bellissimo farlo con sette persone». È il racconto del titolare di un locale specializzato in street food di corso Vittorio Emanuele, che getterebbe una luce diversa sullo stupro di gruppo della diciannovenne, avvenuto lo scorso 7 luglio in un cantiere abbandonato del Foro Italico di Palermo, per il quale sono accusati Angelo Flores, Cristian Barone, Gabriele Di Trapani, Christian Maronia, Samuele La Grassa, Elio Arnao e Riccardo Parrinello, l'unico minorenne all'epoca dei fatti, che sarà giudicato dal Tribunale dei minori. Per gli avvocati, che difendono i sette che sono attualmente in carcere, questa testimonianza raccolta nel corso delle indagini difensive - assieme a quella dell'amica del cuore della giovane, a una consulenza psicologica e alle immagini estrapolate dalle telecamere di videosorveglianza - dimostrerebbe che le cose si sarebbe svolte in modo differente rispetto a quanto denunciato dalla ragazza. Nella friggitoria lavorava da poco tempo l'ex fidanzato della vittima: sarebbe stato il proprietario ad accompagnarlo a Porta Felice, dove la diciannovenne era stata soccorsa da due turiste, e sempre lui l'aveva riportata indietro, a bordo del suo motorino, in uno dei suoi punti vendita. «Lei si recava nell'attività del Politeama, lamentando di essere stata talvolta violentata, altre volte spinta - racconta il testimone -. Una volta si è venuta a medicare nel bagno del bar. In poche parole creava sempre situazioni strane e ovviamente , siccome eravamo in attività, ci disturbava», ha spiegato l'imprenditore ai legali, che puntano a ricondurre la vicenda a un rapporto consensuale, sia pure consumato in un contesto particolare e fuori da ogni normalità. «Lei lamentava di essere stata stuprata o cose simili – ha continuato l'uomo - tanto che, ormai, vista la frequenza con cui ciò accadeva, tale situazione era divenuta così assurda, da diventare quasi imbarazzante. Paradossalmente tutti, ogni sera, aspettavamo notizie in tal senso. Era diventata una situazione ridicola e agli occhi nostri non era diventata più credibile». Anche quella notte, secondo quanto riferito dal commerciante, il copione si sarebbe ripetuto: «Davanti al locale c'era l'altro dipendente. Quando le ho chiesto cosa fosse successo, lei mi ha detto testualmente: con sette persone è stato bellissimo... E lo ha detto ridendo. Allora io e il dipendente ci siamo guardati ed abbiamo fatto un sorriso sarcastico, come a dire "siamo alle solite"». Smentisce queste ricostruzioni l'avvocato Carla Garofalo, che assiste la diciannovenne assieme all'avvocato Aldo Spatafora, sia nel processo principale contro i sei maggiorenni che in quello che sarà celebrato al tribunale dei minorenni. «Non conosco gli atti depositati dagli avvocati della difesa - dice il legale -, tuttavia in relazione alle dichiarazioni rese dal titolare del locale di corso Vittorio Emanuele, la mia cliente ne respinge il contenuto in tutte le sue parti e mi ha annunciato che prenderà provvedimenti nelle sedi opportune per denunciarne l'infondatezza».