Incredibile ma vero, ad un utente arriva il sollecito di pagamento di una fattura Amap per l'incredibile cifra di un euro. Giuseppe Lo Baido, destinatario della raccomandata da parte dell’azienda che gestisce l'acquedotto del Comune, quasi non crede ai suoi occhi. Pensa che possa esserci stato un errore e invece la richiesta è stata inviata davvero dall’Amap. La busta contiene una lettera con una richiesta di sollecito di pagamento e un bollettino postale intestato con la cifra da versare: 1 euro, scritto a numeri e a lettere. Solo l’incarto e la busta saranno costati sicuramente più dell’importo richiesto.
«Non metto in dubbio la regolarità del procedimento - dice Lo Baido - ma si tratta di una fattura risalente a tre anni fa. Nessuno si oppone al pagamento ma non comprendo perché rendere complicate cose che potrebbero essere molto semplici. In questa maniera l’azienda paga costi aggiuntivi e si impone a me utente di pagare le spese di commissione che valgono più dell’importo richiesto. Ma non facevano prima ad addebitare l’euro nella prossima bolletta? Dietro questa raccomandata - conclude l’utente - c’è il lavoro di un impiegato che, invece, di occuparsi di cose più importanti, ha speso il suo tempo per recuperare un euro».
In fattura si legge che «l’importo è aggiornato automaticamente dal sistema» e ciò che l’utente sottolinea è proprio la procedura farraginosa che viene adottata. «La invitiamo a provvedere al pagamento - intima la lettera - nel più breve tempo possibile, utilizzando l’allegato bollettino di conto corrente postale». Per l’utente «questa richiesta di recupero credito, impeccabile nella forma, è paradossale nella sostanza in quanto comporta per entrambe le parti spese commissioni addirittura superiori all’importo contestato. Inoltre è poco rispettosa dell’utenza, costretta a perdere del tempo su questioni insignificanti».
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