«La Sicilia ha fatto crack». Lo slogan campeggia sullo striscione che oggi pomeriggio (mercoledì 5 dicembre) ha guidato alcuni ragazzi palermitani (meno di un centinaio) lungo le vie del centro storico. Ennesima protesta contro le droghe e corteo che questa volta chiede alla politica non più interventi in generale, ma l’approvazione del ddl presentato da Francesco Zavatteri, papà del diciannovenne Giulio morto proprio a causa del crack, a luglio.
Il corteo, partito da Casa Professa e conclusosi in piazza Indipendenza, ha occupato di vita gli spazi che purtroppo quotidianamente sono infestati dalla morte venduta «da chi ha la volontà di dominare i nostri giovani», ha ruggito l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice da sempre sensibile al tema e che anche oggi si è unito alla protesta. Davanti alla Cattedrale ha denunciato ancora una volta chi «vuole schiavizzare e non vuole lasciare liberi i giovani, strumentalizzandoli: dietro il crack c’è una industria che vuole illudere per lucrare».
In testa al corteo anche Zavatteri, che ha raccontato «la grande disponibilità da parte della politica e un grande senso di responsabilità. C’è grande autocoscienza di non aver fatto abbastanza fino a questo momento. Sperino che questa collaborazione vada avanti nell’interesse di tutti, soprattutto dei giovani, molto esposti a questo fenomeno terribile. Non tolleriamo lo spaccio di morte verso i nostri figli e speriamo si dia un impulso al ddl, che venga discusso il prima possibile perché è fondamentale partire da questo per fare prevenzione e cura nei confronti dei ragazzi caduti nel mondo disastroso della tossicodipendenza». Sui social Zavatteri non ha nascosto la sua delusione per la mancata partecipazione di tanti al corteo. «Che vi siete persi...Ecco perché a Palermo non cambierà mai nulla!», ha scritto.
Nel video: Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo; Francesco Zavatteri, padre di Giulio; Marta Napoli, rappresentante del Regina Margherita; il rapper Claudio
Caricamento commenti
Commenta la notizia