«Registriamo in Italia ancora numeri elevatissimi di economia sommersa, parliamo più di 100 miliardi l’anno, ma oggi vogliamo ricordare Mico Geraci, uno di noi che nel difendere la legalità ha perso la vita». Lo ha detto, in mattinata, a Palermo il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri, ai giornalisti a margine della tavola rotonda su «Il valore della legalità nel mondo del lavoro» per commemorare il sindacalista Mico Geraci, ucciso dalla mafia a Caccamo l’8 ottobre del 1998. «Questa però - ha proseguito Bombardieri - è anche un’occasione per riproporre una serie di temi che riguardano il lavoro, come la sicurezza, il lavoro nero, chi evade i contributi. C'è ancora nel nostro Paese una illegalità diffusa - ha aggiunto Bombardieri - che per noi deve diventare una questione culturale ed è uno dei temi sui quali sfidiamo il governo ad agire in modo più deciso. Troppi pochi interventi, scarsa decisione su morti sul lavoro, sicurezza e scarsa disponibilità a combattere l’evasione contributiva e lavoro nero. Abbiamo pochi ispettori e quindi poche ispezioni». «In manovra - ha sottolineato il numero uno della Uil - non abbiamo visto un solo euro destinato al tema delle ispezioni e al maggiore controllo dei cantieri e del lavoro nero». Alla commemorazione di Geraci hanno partecipato anche il responsabile del comparto sicurezza Uil Benedetto Attili, il segretario della Uil pensionati Carmelo Barbagallo e Luisella Lionti, segretaria generale della Uil Sicilia. Presenti, inoltre, il presidente della commissione antimafia all’Ars Antonello Cracolici, il sostituto procuratore della repubblica Giovanni Antoci, il prefetto di Palermo Massimo Mariani e Giuseppe Geraci, figlio di Mico Geraci e dipendente della Regione. A presiedere i lavori il segretario organizzativo della Uil Sicilia Salvatore Guttilla.