Mazzette, regali ed escort per le autorizzazioni delle discariche della Sicilia: tutti assolti, prescritti i reati per ultimi due imputati
La Corte di Cassazione ha annullato ieri (15 novembre) senza rinvio le condanne dell’architetto Gianfranco Cannova, funzionario dell’assessorato regionale al Territorio, e del presidente della società Oikos (che gestisce la discarica di Motta Sant'Anastasia) Domenico Proto. Cannova in primo grado era stato condannato a nove anni e a sette anni in appello ed è difeso dall’avvocato Massimo Motisi. Proto era stato condannato in primo e secondo grado a sei anni di reclusione ed è difeso dagli avvocati Giovanni Di Benedetto, Franco Coppi e Filippo Dinacci. Confermata la prescrizione già decisa in appello per i fratelli Nicola e Calogero Sodano, titolari della discarica Soambiente di Monserrato (frazione di Agrigento), e per Giuseppe Antonioli, amministratore delegato della discarica di Mazzarrà Sant’Andrea, in provincia di Messina. In primo grado erano stati condannati a quattro anni ciascuno. Per Proto e Cannova i giudici della Suprema Corte hanno accolto la tesi degli avvocati, secondo i quali i reati erano prescritti. Si è chiusa così, in Cassazione, la vicenda della corruzione all’assessorato regionale all’Energia, legata alle autorizzazioni per varie discariche. Il processo si era svolto a Palermo. Cannova era stato, all’assessorato Energia, responsabile unico del procedimento e presidente delle conferenze dei servizi, occupandosi delle attività istruttorie propedeutiche al conseguimento dei decreti dirigenziali di autorizzazione in materia di discariche. Gli imputati erano stati arrestati nel luglio del 2014 nell’operazione Terra Mia della squadra mobile di Palermo: era stato scoperto un giro di tangenti in denaro, ma anche di vari regali, televisori di ultima generazione, impianti stereo da 10 mila euro, viaggi e soggiorni in hotel di lusso a Rimini e a Taormina e anche con la disponibilità di escort. A suon di denaro e altre utilità, gli imprenditori avrebbero goduto di «una corsia preferenziale nel rilascio dei necessari provvedimenti autorizzativi per le discariche». Sarebbero state ottenute pure autorizzazioni a utilizzare cave dismesse, in terreni ricadenti nei territori di Sciacca e Siculiana. Pur essendo stato riconosciuto il «pactum sceleris», l’accordo illecito, tra il funzionario regionale e gli imprenditori, già i giudici di merito avevano dovuto applicare la prescrizione, a causa del lungo tempo trascorso dall’epoca dei fatti.