«C’è un’indagine in corso non posso rilasciare dichiarazioni». Non vuole parlare della vicenda ed è anche lei visibilmente sotto choc Maria Letizia Russo, la dirigente della scuola secondaria di primo grado di Palermo frequentata dall’alunno di 13 anni che si è tolto la vita, forse, perché vittima di bullismo. L’insegnante dirige da due mesi la scuola. È stata lei, dopo che ha saputo della morte del ragazzo, a decidere di sospendere le lezioni per due giorni. Sconvolti i compagni della vittima che torneranno tra i banchi dopodomani: domani parteciperanno ai funerali che si svolgeranno al cimitero dei Rotoli.
Il ragazzo aveva frequentato la prima media in un’altra scuola, sempre dello stesso quartiere. Poi, forse proprio a causa di problemi con i compagni, si era trasferito nel nuovo istituto. Lo scorso anno aveva avuto un colloquio con lo psicologo, come è prassi quando un alunno viene da un’altra scuola. Un altro colloquio era già stato fissato per mercoledì prossimo.
«Il ragazzo era integrato - raccontano a scuola - Andava anche bene e aveva buoni voti». Dall’istituto non confermano che il ragazzo soffrisse per le angherie subite da alcuni compagni. Saranno i carabinieri che hanno in mano il cellulare e il computer del ragazzo a stabilire se quello che si racconta nella chat tra alunni e genitori, e cioè che sia stato vittima di bullismo per il suo orientamento sessuale, sia vero.
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