Da Borgetto Francesco Rappa risolveva i conflitti per le estorsioni a New York: «La parola di tuo padre è quella giusta»
Le intercettazioni telefoniche hanno avuto un ruolo fondamentale per portare alla luce il sodalizio ancora esistente tra la mafia siciliana con quella dei cugini americani , facendo emergere il ruolo centrale di Francesco Rappa, 81 anni compiuti il 2 settembre. Rappa nel 1971 era stato arrestato a New York dopo il ritrovamento di 82 chili di eroina nascosti dentro una Cadillac imbarcata a Genova. Uscito di galera dopo tre condanne, Rappa ha riassunto la propria influente posizione all’interno del clan, ricollocandosi al vertice della famiglia mafiosa di Borgetto, continuando a mantenere rapporti con esponenti mafiosi come i Gambino di New York, dove attualmente risiede il figlio, Vito Gabriele, ritenuto dalle autorità statunitensi affiliato alla cosca mafiosa criminale di oltreoceano. Ed è proprio grazie ad alcune intercettazioni telefoniche, in parte in italiano e in parte in dialetto siciliano, che è emerso il potere di Rappa, con delle conversazioni risalenti al dicembre del 2020 tra il figlio di Francesco, Vito Gabriele, ed il suo sodale Francesco Vicari. Intercettazioni che hanno permesso alle autorità di provare non solo l'inserimento in una struttura criminale operativa a New York, in stretto accordo con i Gambino, ma anche della capacità di Francesco Rappa di intervenire, se necessario, a beneficio degli associati statunitensi, mediante dei propri emissari, in vicende legate anche alle estorsioni. In una telefonata, sempre risalente al 17 dicembre del 2020, fra Vicari e Vito Rappa, emerge chiaramente il ruolo di Francesco Rappa nel risolvere una situazione legata ad un non meglio precisato imprenditore americano che non voleva rispettare gli accordi. Nella conversazione si capisce quanto Francesco Rappa godesse di grande stima da parte di tutti e che si avvalesse di un proprio emissario (non ancora identificato) per risolvere la questione. «La parola... La parola di tuo padre è stata - dice Vicari -. La parola è stata quella giusta. Vediamo di darci una mano». «Così è", dice Rappa. La conferma che Rappa fosse intervenuto per sistemare le cose emerge anche in un'altra conversazione, datata 23 dicembre 2020. La vittima, infatti, aveva contattato Vicari per dargli la somma dovuta: «E mi ha chiamato lui... Non l'ho chiamato io... - dice Vicari- Questa è stata proprio una "caramella" che era persa».