Non può mangiare, perché dalla sua gola non passano né cibo né acqua. Marika non riesce neanche a respirare da sola e sono già due le funzioni vitali affidate da dieci anni a macchinari. Oggi è già un miracolo che esista con le sue risate e le fotografie scattate da Maria Carramusa, una mamma coraggiosa che l'assiste 24 ore al giorno. E dire che già alla sua nascita, con due operazioni al cuore, un danno al cervello e la sindrome di Goldenar quella bimba tanto attesa aveva ricevuto una sentenza quasi inappellabile di morte. I medici del Bambin Gesù avevano allargato le braccia quando aveva appena pochi giorni: non potrà sopravvivere e invece il destino ha voluto altro. Oggi, però, la tenacia imprevista della vita si scontra con la burocrazia che la vede privata, da un giorno all’altro, del pediatra che finora l'aveva seguita grazie a un incarico temporaneo con la Asp. Per lei e per altri due bambini disabili di Partanna Mondello, in condizioni meno gravi ma altrettanto impossibilitati a spostarsi, da ottobre è iniziato il calvario. Alla ricerca di un medico convenzionato, che potesse però contestualmente anche garantire le visite domiciliari. «Il contratto era assolutamente chiaro per questi cinque pediatri con incarico a tempo che vengono individuati direttamente dall'Asp ogni anno a marzo in base alle carenze di medici rilevate nelle varie zone - spiega Salvatore Vizzi, direttore della Unità operativa cure primarie dell’Asp - Come Azienda sanitaria forniamo il report all’assessorato regionale che deve individuare i professionisti da reclutare per coprire i vuoti. E quando avviene, i contratti a tempo cessano subito». Nella foto Maria Carramusa con la piccola Marika Un servizio completo di Connie Transirico sul Giornale di Sicilia in edicola oggi