Il Gup del tribunale di Palermo Ivana Vassallo ha condannato, a pene complessive per oltre 160 anni, sedici imputati, ritenuti appartenenti al clan mafioso di Santa Maria di Gesù, coinvolti nel blitz Navel del giugno 2022, eseguito dai carabinieri del Ros, coordinati dalla Dda con il procuratore aggiunto Paolo Guido e i pm Dario Scaletta, oggi componente del Csm, e Luisa Bettiol.
Tra gli episodi ricostruiti anche l’allestimento - nel 2019 - di un concerto del cantante neomelodico Tony Colombo, arrestato nei giorni scorsi nell’ambito di un’indagine della Procura antimafia di Napoli: l’evento, programmato nel quartiere Oreto, non si tenne per intervento della questura, data la presenza di pregiudicati mafiosi fra le persone più vicine agli organizzatori. Cosa nostra di Santa Maria aveva poi gestito pizzo ed estorsioni ai danni di commercianti e imprenditori.
Le pene più alte, 20 anni a testa, sono state inflitte a Salvatore Profeta jr (nipote di un altro boss omonimo, scomparso l’anno scorso) e Ignazio Traina; poi Francesco Guercio, che ha avuto 16 anni, un mese e 20 giorni; Giovanni Rao: 14 anni, 3 mesi e 15 giorni; 12 anni, 8 mesi e 10 giorni a Salvatore Freschi; a Sandro Capizzi sono toccati 12 anni, 5 mesi e 10 giorni (è figlio dell’aspirante capo della commissione di Cosa nostra Benedetto Capizzi, morto il mese scorso); 11 anni, 10 mesi e 6 giorni per Massimo Mancino; 10 anni e 8 mesi per Giovanni La Mattina; 10 anni a Giovanni Adelfio; 9 anni e 4 mesi per Andrea Taormina; 8 anni, 10 mesi e 20 giorni a Salvatore Luisi; 6 anni, 2 mesi e 20 giorni a Gioacchino Cardella. Poi le pene meno alte: 4 anni e 8 mesi a Mariano Calascibetta; 2 anni, 11 mesi e 16 giorni ad Antonino Lucera; 2 anni, 2 mesi e 20 giorni a Salvatore Binario; un anno e 4 mesi a Samuele Immesi. Sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Vincenzo Pillitteri, Giovanni Castronovo e Corrado Sinatra.
Nel processo Navel, concluso questo pomeriggio, oltre ai 16 condannati con le accuse di mafia, estorsioni e danneggiamenti, ci sono anche otto assolti. Si tratta di Vincenzo Fiore, assistito dall’avvocato Giovanni Castronovo, di Monica Meli e Salvatore Lo Coco (difesi dall’avvocato Vincenzo Pillitteri), di Antonino e Michele Freschi, Umberto Palazzotto, Angelo e Gaetano Lombardo. Per loro l’accusa aveva chiesto una condanna a 8 anni ciascuno
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