Le stragi di mafia del '93, il presidente del tribunale di Palermo: «Ci sono ancora dei pezzi mancanti»
Dare spazio e restituire memoria a chi porterà per sempre ferite aperte e difficili da rimarginare. A trent’anni dalle stragi perpetrate da cosa nostra a Firenze, Milano e Roma, che nel 1993 provocarono 10 vittime e danni incalcolabile al patrimonio artistico delle città, il tribunale di Palermo ha aperto le sue porte ai familiari delle vittime. Un convegno è stato promosso dal Centro studi Pio La Torre e dall’Università di Palermo e ha dato la possibilità di poter ricostruire quella dannata stagione con i tasselli di chi dalla mafia è stato lacerato per sempre. «Sono eventi che chiamano in causa le istituzioni e la società Italiana - ha detto il presidente del tribunale, Piergiorgio Morosini - perché ci sono ancora dei pezzi mancanti, delle lacune. Questa iniziativa è l’angolo prospettico dei familiari delle vittime e attraverso le ferite ricevute c’è un tentativo di ricostruzione di verità di quella stagione». Che ancora oggi è argomento nelle scuole grazie al lavoro incessante delle testimoni di quei giorni tra cui Teresa Fiume, sorella di Angelo, tra le vittime dell’attentato di via dei Gergofili a Firenze, compiuto nella notte tra il 26 e il 27 maggio del 1993: «Il tempo passa - ha detto con voce commossa Teresa - passano i compleanni che non festeggi . Quello che dà la forza è la memoria, poterli ricordare personalmente ma anche nelle scuole. Questo è l’unico modo per andare avanti: far si che le nove generazioni possano sapere cosa è successo». Fiume si lascia poi andare a un commento sull’arresto di Matteo Messina Denaro, tra i protagonisti di quegli attentati: «Faccio un po’ fatica - dice - a veder cambiare l’Italia. La politica purtroppo c'entra. Mi ha devastata questa pseudo cattura di Messina Denaro, dopo trent’anni a cosa è servito? A nulla, non ha parlato. Però bisogna continuare, bisogna trovare questa giustizia». Il Paese però è cambiato e a distanza di 30 anni abbiamo «il consolidamento di una legislazione antimafia unica al mondo - ha ricordato Vito Lo Monaco, presidente onorario del centro Pio La Torre - la mafia da soggetto servente ha tentato di diventare asservente nei confronti dello Stato ma è stata ricacciata indietro. Rimane irrisolto il nodo tra mafia e politica: la vera mafia non è quella che spara ma quella che sta dietro e comanda quando sparare. La mafia senza protezione politica non sarebbe mai esistita». nel video le interviste a Teresa Fiume, sorella di Angelo Fiume vittima di via dei Gergofili; Vito Lo Monaco, presidente onorario del Centro studi Pio La Torre; Piergiorgio Morosini, presidente del tribunale di Palermo