La cerimonia al Maschio Angioino, la carrozza bianca trainata da quattro cavalli. E poi giocolieri, trampolieri, ragazze pon pon, personaggi in costume d’epoca e banda musicale. Il matrimonio trash di Tony Colombo, nel marzo del 2019, mandò in tilt il traffico da Secondigliano al centro di Napoli.
Tina Rispoli, la sposa, era già nota alle cronache perché vedova di Gaetano Marino, fratello di Gennaro Marino, l’ex boss delle Case Celesti ucciso sei anni prima davanti a uno stabilimento balneare sul lungomare di Terracina.
Tina e Tony si erano poi innamorati e da lì la decisione di sposarsi. Il cantante neomelodico aveva chiesto la mano di Tina davanti a tutti i suoi fan durante un concerto. In ginocchio sul palco, Colombo aveva fatto la proposta alla sua futura moglie consegnandole anche il fatidico anello di fidanzamento.
"Non ti interessa la visibilità - aveva dichiarato in tv il cantante neomelodico palermitano oggi arrestato per presunti legami con il clan clan di Secondigliano - sei una donna sensibile, umile e mi ami come io amo te. Grazie per essere sempre al mio fianco".
Ma prima delle nozze Tony Colombo e Tina Rispoli erano già stati protagonisti di una grande festa organizzata appunto per la promessa di matrimonio nella sede della circoscrizione di Secondigliano. Una festa in grande stile alla quale avevano preso parte anche Marcello Colombo e Piera Gambino, genitori del cantante neomelodico giunti da Palermo. Durante la serata, il cantante aveva poi dedicato alla sua Tina “Tu si ‘na cosa grande”.
Ma il matrimonio aveva fatto discutere anche per le conseguenze giudiziarie. Dopo le nozze, infatti, l'amministrazione penitenziaria aveva disposto il licenziamento dei cinque ispettori trombettisti appartenenti alla banda musicale della polizia penitenziaria che avevano suonato al matrimonio. I cinque ispettori, tutti residenti in Campania, erano componenti della banda musicale del Corpo, che ha sede a Portici (Napoli), nella più antica scuola di formazione d'Italia della Penitenziaria.
Vennero immortalati in una serie di video, girati dai fan e postati sui social, mentre suonavano la tromba in occasione del pomposo matrimonio. A coinvolgerli, verosimilmente dietro compenso, fu un'agenzia che organizza eventi. Le immagini delle nozze, che ritraevano anche i trombettisti all'opera, divennero subito virali sul web e risultarono determinanti per incastrare gli ispettori a cui qualche giorno dopo le nozze vennero sequestrati gli strumenti e comunicata la sospensione in via cautelativa da parte del Dap che poi avviò gli accertamenti.
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