Dalla tournée in Europa a nove anni al carcere: è la parabola di Tony Colombo, il cantante neomelodico palermitano arrestato con la moglie Tina Rispoli con l'accusa di aver investito denaro del clan Di Lauro di Napoli.
Colombo, classe 1986, esordisce nei primi anni Novanta, a soli sette anni, incidendo la prima canzone 'A villeggiante e vendendo 23mila copie. Due anni più tardi anni canta in giro per l'Europa e nel 1995 partecipa al Forum di Assago a Milano, l'anno successivo (ha 10 anni) si esibisce in Belgio davanti a un pubblico di 5mila di emigranti italiani.
Ma Tony Colombo diventa noto al pubblico nazionale per diverse comparsate in televisione, anche nel corso delle indagini condotte dai carabinieri su di lui tra il 2017 e il 2021. Accanto a lui, dal 2019 la moglie Tina Rispoli (insieme nella foto), all'anagrafe Immacolata, la vedova del boss scissionista Gaetano Marino, ucciso il 23 agosto del 2012.
Colombo e la moglie furono al centro dell'attenzione anche della magistratura anche per il concerto tenuto in piazza Plebiscito, a Napoli, senza autorizzazioni per chiedere la mano della futura sposa, e poi per lo sfarzoso matrimonio con corteo e banda, nella quale suonarono anche dipendenti pubblici. E nel settembre scorso fu multato per essersi esibito senza permesso durante un concerto di Gigi D’Alessio al Teatro di Verdura di Palermo.
Ma la presenza del cantante neomelodico non è nuova neanche nei fascicoli di inchieste giudiziarie. Tony Colombo, infatti, finì nel provvedimento dell’operazione «Navel» che nel giugno del 2022 portò all’arresto di 24 persone della famiglia mafiosa di Santa Maria di Gesù, a Palermo. Al centro delle indagini dei carabinieri il concerto si sarebbe dovuto svolgere il 27 settembre del 2019. L’evento fu poi annullato e fu lo stesso cantante palermitano a darne notizia attraverso il suo profilo Facebook: «Volevo comunicarvi che - scrisse in quell'occasione - mi hanno appena chiamato dicendomi che la questura di Palermo non ha dato i permessi all’agenzia che doveva organizzare l’evento del 27 settembre in via Amendola e che non ci sarà nessuna manifestazione. Sono amareggiato...». L'evento, secondo gli investigatori, sarebbe stato sotto lo stretto controllo degli uomini della cosca, in particolare Girolamo Rao e Francesco Guercio.
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