Voti in cambio di soldi, 5 mila euro per aggiudicarsi almeno 200 preferenze ciascuno a Carini, Torretta, Cinisi e Terrasini. A mettere mano al portafoglio l'ex parlamentare nazionale di Forza Italia, Salvatore Ferrigno, 63 anni, che a settembre 2022 si era candidato all’Ars puntando questa volta a farsi rieleggere in Sicilia. A proporre il pacchetto «garantito» erano stati Giuseppe Lo Duca, 51 anni, picciotto a disposizione del capomafia di Carini, Nino Di Maggio, e Piera Loiacono, 46 anni, il cui ruolo sarebbe stato quello di intermediaria tra il politico e la mafia, che nel 2017 si era proposta alla poltrona di presidente della Regione con il sostengo del Movimento Politico «Libertas» e dei Liberal Socialisti, con un passato da assessore della giunta del Comune di Campofelice di Fitalia. Adesso gli ultimi due, processati con il rito abbreviato, sono stati condannati a pene pesantissime. Il giudice per l'udienza preliminare Ermelinda Marfia - accogliendo le richieste del procuratore aggiunto Paolo Guido e del sostituto Giovanni Antoci che avevano coordinato l'inchiesta – ha inflitto al boss 11 anni, un mese e 10 giorni di carcere mentre la donna dovrà scontare 6 anni e mezzo. Ferrigno, che è stato rinviato a giudizio, sarà invece processato in un altro procedimento con il rito ordinario. (Nella foto Lo Iacono e Ferrigno) Un servizio completo di Fabio Geraci sull'edizione di Palermo del Giornale di Sicilia in edicola oggi