«Ogni giovane donna è Rosalia» ha affermato stamane l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice nell’omelia che ha tenuto davanti al santuario di Santa Rosalia, la patrona che si festeggia oggi nel capoluogo siciliano. La celebrazione eucaristica ha chiuso la notte dell’Acchianata che ha visto migliaia di fedeli salire sul Montepellegrino lungo la strada vecchia. Lorefice stamane ha evidenziato che «in città, nell’aria, si respira un’inquietudine e una pesantezza sociale». Il riferimento è «all’olezzo dei roghi che hanno travolto l’ambiente naturale che cinge come grembo ridente la città di Rosalia. Ora ci appare come grembo sfiorito, arido» e all’incendio «che ha distrutto quel gioiello di chiesa che custodiva il corpo di S. Benedetto il Moro». Alla celebrazione eucaristica hanno partecipato, tra gli altri, il prefetto di Maria Teresa Cucinotta, il sindaco Roberto Lagalla, il questore Leopoldo Laricchia. Lorefice ha urlato il suo sgomento «per le vite dilaniate dei nostri giovani presi d’assalto da incauti mercanti di superalcolici e da accaniti spacciatori di crack, venditori di una felicità contraffatta che stravolge i sentimenti, corrode la mente e i distrugge i corpi. Siamo ancora sbigottiti dalle immagini del branco che si accalca attorno a una ragazza condotta al Foro Italico per lacerarla nel corpo e nell’anima. Un manipolo di giovani, accomunati dal delirio di “onnipotenza virile”, che si avventa su di lei come fosse”‘carne” da preda. Epilogo del fallimento formativo di noi adulti, delle fondamentali agenzie educative della società». Infine, ha concluso: «Non possiamo essere gli amici, i devoti, i concittadini di Rosalia e violentare il suo corpo e la sua casa».