«Abbiamo atteso fino al giorno prima, ma non è arrivata alcuna prenotazione, ecco perché abbiamo scelto di rimanere chiusi». A spiegare il perché dei cancelli sbarrati a Ferragosto al Museo Pitrè di Palermo, è la responsabile della struttura, Patrizia D'Amico: «Come si legge sul nostro sito, la prenotazione è obbligatoria e visto che non c'era alcuna visita in programma abbiamo ritenuto superfluo l'impiego dei quattro addetti in una giornata in cui non ci sarebbe stata affluenza», dice. L'avviso della chiusura (pubblicato con un errore che è stato corretto alcuni giorni dopo) è stato diffuso il 14 agosto sulle pagine social del Comune di Palermo e sul sito istituzionale, ma non era stata fornita alcuna spiegazione. Nemmeno l'assessore alla Cultura, Giampiero Cannella, ne era al corrente. «Noi abbiamo comunicato tutto al nostro capo area, non so cosa sia poi successo», precisa D'Amico. «Qui vengono messe a disposizione ventisei sale espositive che abbiamo sempre aperto al pubblico dal lunedì alla domenica fino alle 17.30. Durante le visite di chi ha prenotato accogliamo anche chi è di passaggio e vuole conoscere il museo, ma proprio durante le ultime domeniche di apertura abbiamo ricevuto due, massimo tre persone al giorno, molti turisti hanno preferito andare al mare. Numeri che ci hanno poi fatto prendere la decisione di rimanere chiusi il 15 e di riaprire l'indomani».