Palermo

Sabato 23 Novembre 2024

Strage di via D'Amelio, Schifani: "Onorare la memoria con l'impegno di tutti"

Schifani a Lampedusa

Schifani: "Ferita non  rimarginata"

"Sono passati trentuno anni, ma non si è ancora rimarginata la profonda ferita inferta alla Sicilia e all'Italia intera dalla strage di via D'Amelio, nella quale vennero barbaramente uccisi il giudice Paolo Borsellino e i ragazzi della sua scorta, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Senso dello Stato e della giustizia, dignità e rettitudine, accompagnati da un impegno indefesso contro ogni tipo di mafia e di illegalità, hanno reso il dottor Borsellino un esempio che rimarrà indelebile nella nostra storia. Per onorare davvero la sua memoria dobbiamo impegnarci, tutti quanti, ognuno nel proprio ruolo, nel portare avanti quelli che erano i suoi valori. E, allo stesso tempo, dobbiamo pretendere che venga fatta piena luce su quegli anni bui, perché senza verità non potrà mai esserci giustizia, come ci ricordano le famiglie delle vittime alle quali esprimo tutta la mia vicinanza". Lo dice il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, in occasione dell'anniversario dell'eccidio del 19 luglio 1992, in via D'Amelio a Palermo, in cui per mano della mafia persero la vita il giudice e cinque agenti della scorta.

Fratoianni: "Meno retorica, più fatti concreti"

"Serve a poco la retorica del ricordo del sacrificio di Paolo Borsellino e della sua scorta, se non è sostanziata da fatti concreti". Lo scrive su Facebook il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell'Alleanza Verdi Sinistra. "L'unico fatto tangibile del nuovo governo - prosegue - lo fa il ministro della Giustizia bombardando il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, voluto proprio da Falcone e Borsellino". "E la presidente del consiglio - conclude Fratoianni - eviterà la fiaccolata pubblica, per paura di contestazioni. Tutto chiaro".

Pinelli: "Borsellino ci ha insegnato il valore di servire"

Nel 31esimo anniversario della strage di via D'Amelio, il vicepresidente del Csm, Fabio Pinelli, ha chiesto un minuto di raccoglimento in Plenum per onorare la memoria del giudice Paolo Borsellino, "modello di magistrato che rifuggiva una dimensione burocratica e corporativa del ruolo; proteso a vivere la propria funzione come dovere di servire il Paese a garanzia dei diritti di libertà dei cittadini e a salvaguardia delle istituzioni democratiche. Ci ha insegnato il senso e la dignità dell'impegno, 'il valore del servire' e l'importanza del contributo di ciascuno al processo di costruzione del Paese", ha detto Pinelli ricordando la figura del giudice Paolo Borsellino, degli agenti della scorta e di tutte le altre vittime della mafia. Pinelli ha poi sottolineato l'importanza di vivere la lotta alla mafia come un movimento culturale che coinvolge tutti, specialmente le nuove generazioni e ha ricordato come l'esortazione di Borsellino a sentire "il fresco profumo della libertà e il cattivo odore del compromesso morale" ci dia lo spunto per ricordare che "la lotta alla mafia non ha colorazioni politiche e deve essere cerniera per unire magistratura, politica e società civile in una direzione di contrasto che non accetta arretramenti".

Tamajo: "Proseguire con la ricerca della verità"

"Il ricordo della strage di via D'Amelio è doveroso e ci sprona a proseguire in quel percorso di ricerca della verità che, dopo 31 anni, deve portarci finalmente a fare piena luce su una delle pagine più drammatiche della nostra storia Repubblicana. Ottenere la verità significa rendere giustizia ai familiari del giudice Borsellino e a quelli degli agenti della sua scorta, ma vuol dire anche dare un segnale forte a tutti quei cittadini onesti che, seguendo il loro esempio, rifiutano ogni giorno i disvalori mafiosi e continuano a rendere onore a queste figure senza scadere nella retorica". Lo ha affermato l'assessore regionale alle Attività Produttive, Edy Tamajo, presente questa mattina, in rappresentanza del governo regionale, alla cerimonia che si è tenuta alla caserma Lungaro di Palermo in ricordo del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della scorta, uccisi dalla mafia il 19 luglio 1992. Erano presenti la presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, il capo della Polizia Vittorio Pisani, il presidente dell'Ars Gaetano Galvagno e il sindaco di Palermo Roberto Lagalla.

Caronia: "Magistrato scrupoloso che ha sacrificato la propria vita"

“A trentuno anni dalla strage di via D’Amelio è sempre vivo il ricordo di Paolo Borsellino: magistrato scrupoloso che ha saputo contrastare la mafia con la forza del diritto e l’intelligenza di uomo che ha amato la sua terra tanto da sacrificare la propria vita per il riscatto morale e sociale della Sicilia”. Lo afferma Marianna Caronia, capogruppo della Lega all’Assemblea regionale siciliana. ”Credo che le commemorazioni odierne debbano necessariamente ricondursi al testamento morale di Paolo Borsellino: la lotta alla mafia – ricorda Caronia citando il magistrato – non va relegata solo all’opera delle forze dell’ordine e della magistratura, ma deve essere un movimento culturale che coinvolga tutti ed abitui a sentire il fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso, della contiguità, dell’indifferenza e quindi della complicità”.

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