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Palermo, i vecchi boss preoccupati: «I nuovi danno confidenza a cani e porci»

Le apprensioni dei capimafia vengono fuori dall'intercettazione del dialogo fra un affiliato e Sergio Giannusa, luogotenente del reggente del mandamento

La sede della squadra mobile di Palermo

Numerosi i retroscena che vengono fuori dall'inchiesta che ha portato all'operazione Resurrezione, che ha permesso alla polizia di arrestare 18 persone (16 in carcere e 2 ai domiciliari). Uno di questi retroscena dà l'idea dei problemi che nascono dal cambiamento generazionale all'interno della mafia.

I vecchi boss criticano le nuove leve mafiose e, ribadendo i vincoli indissolubili che legano gli affiliati a Cosa nostra, manifestano il loro disprezzo per i nuovi affiliati che, nonostante siano vincolati all’osservanza di un rigido codice d’onore, sarebbero, a dire dei «vecchi», di bassissimo spessore. «No cucì (cugino ndr) lo sai cos’è? Lo sai cos’è? Mi senti a me? Purtroppo, ormai la situazione è andata a scemare... Ormai fuori il novanta per cento delle persone danno confidenza a cani e porci!», dice un affiliato al boss Sergio Giannusa, che conviene: «Bravo! È la verità!».

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