Le passioni di Di Ferro, chef di due papi e del Dalai Lama: «La vita? Un peccato di gola»
«Cucina. La vita cominciò con un peccato di gola», è il titolo del libro scritto e pubblicato un anno fa, nel giugno 2022, dallo chef dei vip, Mario Di Ferro, arrestato con l’accusa di avere curato lo spaccio di cocaina nella Palermo bene. Il gestore di Villa Zito, 57 anni, è molto noto in città. Cuoco di due papi, Benedetto XVI e Francesco, quando vennero nel capoluogo siciliano, curò anche i piatti destinati al Dalai Lama, a Hillary Clinton, a Kofi Annan. Una storia di successo trentennale. Tutto cominciava a ingranare nei primi anni '90 con il Kandisky Club dove si esibivano artisti allora molto innovativi come Elio e le Storie Tese e Mario Biondi. Poi arrivò il Kandisky Florio con passaggi d’artisti del calibro di Noa, Vasco Rossi, Venditti, Edoardo Bennato e Renato Zero. Si è occupato anche di organizzare nell’Isola i concerti con cantanti come Lucio Dalla a Francesco De Gregori, Gil Dor e Jamiroquai. Ma l’amore più grande resta la cucina: in quel libro, tra arancine, panelle e ricette della nonna, «da dichiarare «patrimonio dell’umanità», chiedeva «Cos'è cucina?». E’ quella in cui «ogni boccone è un’emozione». L’ultima sfida è stata così Villa Zito, gioiello nel cuore elegante di Palermo, riferimento enogastronomico affermato di una clientela altolocata. Ma guai a chiamarlo chef: «Non mi chiamare chef - avvertì scherzosamente il cronista della testata «Buttanissima» - perchè ti alzo le mani, chiamami piuttosto semplice cuoco»