Salvatore Sorrentino, braccio destro di Settimo Mineo, l’uomo che voleva ricostruire la cupola mafiosa a Palermo, dal carcere romano avrebbe continuato a gestire la famiglia del Villaggio Santa Rosalia, quartiere al centro della nuova operazione condotta la scorsa notte dei finanzieri del comando provinciale. Sorrentino, ricostruisce l'accusa, dava precisi ordini al figlio Vincenzo di 22 anni per proseguire nella gestione degli affari e dirimere contrasti all'interno della cosca. La scorsa notte i finanzieri del nucleo di polizia economica e finanziaria, coordinati dalla Dda diretta dal procuratore Maurizio de Lucia, con l’operazione «Villaggio di famiglia», hanno eseguito 33 misure cautelari: 25 ordini di custodia in carcere, uno agli arresti domiciliari e sette interdittive per l'esercizio di attività imprenditoriali. Gli indagati sono accusati a vario titolo, dei reati di partecipazione e concorso esterno in associazione mafiosa, con l’aggravante dell’associazione armata, trasferimento fraudolento di valori al fine di agevolare cosa nostra, e traffico di stupefacenti con l'utilizzo del metodo mafioso. Con lo stesso provvedimento il gip di Palermo ha disposto il sequestro preventivo di sei attività commerciali nel settore della ristorazione, del commercio al dettaglio di generi alimentari, del trasporto merci su strada e del movimento terra, per un valore complessivo di circa 5 milioni di euro. Per eseguire il provvedimento sono stati impiegati 220 militari della guardia di finanza, in forza ai reparti di Palermo, Caltanissetta, Agrigento, Siracusa e Trapani. Sono in corso numerose perquisizioni. Venti dei soggetti finiti nell’inchiesta «Villaggio di famiglia» della guardia di finanza di Palermo percepivano direttamente o tramite il proprio nucleo familiare il reddito di cittadinanza, beneficio che verrà immediatamente sospeso. I NOMI