Palermo

Venerdì 22 Novembre 2024

Palermo, in 4 pestati a sangue dal branco: individuati i 15 aggressori, quasi tutti minorenni

Un'aggressione feroce da parte di un branco di 15 giovani, 13 dei quali minorenni, sconvolse la movida palermitana il 4 dicembre scorso. A distanza di 6 mesi, gli autori di quella violenza senza freni sono stati individuati dalla polizia. Per cinque di loro, su delega della Procura presso il Tribunale per i minorenni, è scattata un’ordinanza di custodia cautelare attraverso il collocamento in comunità, emessa dal Gip. Sono accusati di lesioni aggravate in concorso. Il provvedimento eseguito dai poliziotti della squadra mobile, fa seguito a un'indagine della sezione Contrasto al crimine diffuso – falchi dopo l'aggressione per futili motivi avvenuta il 4 dicembre in via Candelai. A farne le spese, colpiti anche con un tirapugni, furono quattro maggiorenni, uno dei quali subì la frattura della mandibola e un trauma cranico che ha reso necessario un intervento chirurgico maxillo-facciale con l’applicazione di protesi (placche e viti in titanio) nelle ossa facciali. Grazie allo studio delle immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza che si trovano nella zona dell'aggressione, ai tabulati telefonici e all'analisi dei profili social, gli investigatori sono riusciti a identificare i componenti del gruppo criminale, tutti già deferiti alla Procura. Nel mirino anche altri otto minorenni, destinatari di perquisizioni e sequestri. Sul caso interviene il questore Leopoldo Laricchia, il quale definisce quella del branco di 15 giovani «una violenza feroce, priva di freni, apparentemente immotivata. In realtà la motivazione che nasconde è più preoccupante perché si alimenta dall’istinto di sopraffazione del prossimo, fino ad annullarlo. Le lesioni prodotte alle vittime sono gravissime. E tutto in nemmeno due minuti. Neanche il tempo di avvisare le forze di polizia, figuriamoci di intervenire in flagranza. Le attività investigative subito avviate e condotte dalla questura hanno consentito di ricostruire tutti gli aspetti dell'episodio e tutte le persone coinvolte, naturalmente nei tempi indispensabili per un'indagine che possa supportare provvedimenti ben motivati dell'autorità giudiziaria. Ora gli atti verranno esaminati sotto il profilo della pubblica sicurezza per valutare l'emissione di ulteriori provvedimenti inibitori previsti dalla legge».

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