Era il 19 maggio del 2022 e i beni di Carmelo Lucchese, in quella circostanza definito re dei supermercati a Palermo, passavano allo Stato. Il decreto di confisca emesso dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo ed eseguito dai finanzieri del comando provinciale riguardò un tesoro da 150 milioni di euro.
A distanza di un anno esatto, è scattato un altro provvedimento nei confronti di Lucchese e anche del fratello Maurizio, amministratori della Gamac Group srl, che al momento dell'operazione che portò al primo sequestro, nel febbraio 2021, gestiva 13 supermercati tra Palermo e provincia, ovvero a Bagheria, Carini, Bolognetta, San Cipirello e Termini Imerese. I due imprenditori sono ora accusati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e indebita compensazione di imposta che riguardano l’applicazione del contratto di solidarietà dei dipendenti.
Carmelo Lucchese, la confisca di un anno fa
Secondo quanto emerso dalla prima indagine nei confronti di Carmelo Lucchese che portò alla maxi confisca di un anno fa, l'imprenditore avrebbe avuto l'appoggio delle mafia per espandere i propri affari. In sostanza, pur non essendo organico a cosa nostra, sarebbe stato sotto l’ala protettiva della famiglia di Bagheria, cosa che gli avrebbe evitato anche di pagare il pizzo in quella zona e di contrattare la messa a posto con altri gruppi mafiosi per gli altri punti vendita.
Ed è proprio grazie al sostegno della mafia che l'imprenditore avrebbe costruito il suo impero, portandolo a fatturare oltre 90 milioni di euro nel 2020.
Chi è Carmelo Lucchese, la parabola dell'imprenditore
Carmelo Lucchese, 57 anni, risulta oggi indagato insieme al fratello Maurizio per una truffa sui contratti di solidarietà dei dipendenti dei 13 supermercati gestiti fino al 2021 dalla sua società, la Gamac Group srl. Questo è l'ultimo tratto della sua parabola, iniziata con un negozio di alimentari a Bagheria, attività che poi si estese ad altri due punti vendita. Nell'arco di circa vent'anni, l'imprenditore riuscì a trasformare quell'attività in un impero con decine di dipendenti e 13 supermercati tra Palermo e provincia con marchio Conad e Todis.
La sua ascesa coincise con l'arrivo a Palermo. Era il 2006 e Carmelo Lucchese decise di estendere la sua attività oltre i confini di Bagheria. Aprì il superstore di corso Finocchiaro Aprile e ben presto i punti vendita nel capoluogo furono 7. A questi si aggiunse poi l'apertura di un grande store a Carini e l'inaugurazione del centro Himera - con marchio Todis - a Termini Imerese. Fu l'apice della sua scalata, prima delle indagini e dei sequestri.
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