Sulla coppia di turisti non vedenti rifiutata da un albergo di Palermo interviene la Regione. «Ho appreso da organi di stampa - dichiara l'assessore regionale al Turismo Elvira Amata con riferimento all’articolo pubblicato domenica scorsa dal Giornale di Sicilia - che una coppia di turisti non vedenti è stata respinta poco prima dell'arrivo in una struttura ricettiva, poiché accompagnata da cani guida, adducendo l'inconcepibile e irricevibile motivazione che la struttura non accetta animali. È un fatto gravissimo e inaccettabile che fa emergere condotte contrarie alle più elementari regole di buon senso e di sensibilità civica, oltre a mortificare e a discriminare i diritti delle persone con disabilità, in quanto calpesta la loro dignità, e il loro accesso alle pari opportunità». L’assessore non si ferma qui. «Sulla questione - aggiunge Amata - ho formalmente investito l'Uras Federalberghi Sicilia per conoscere quali iniziative siano in corso di attivazione allo scopo di scongiurare che fatti del genere non accadano mai più». E rende noto di avere anche chiamato il presidente dell'Unione italiana ciechi, Tommaso Di Gesaro, «al quale ho manifestato - dice l’assessore Amata - la mia più profonda indignazione, anche a nome del governo regionale, e la massima solidarietà sui fatti incredibilmente accaduti». Per l’assessore al Turismo «è evidente che condotte del genere vanificano gli sforzi dell'assessorato che ho l'onore di guidare volti a garantire un'offerta turistica di qualità e certamente inclusiva». L’episodio raccontato domenica dal Giornale di Sicilia riguarda due coniugi non vedenti, arrivati da Roma in città per una vacanza, che si sono definiti «umiliati e mortificati», quando hanno capito che nessuna struttura ricettiva alberghiera accettava di accoglierli. a causa della presenza di Happy e Quari, i cani-guida di Vincenzo D’Angiò e Nadia Vattiata, che senza i loro amici a quattro zampe non possono muoversi. «Hanno offeso la mia dignità - ha dichiarato D’Angiò -. Ciò che è accaduto è intollerabile. Io e mia moglie, anche se non vedenti, siamo persone autonome. Giriamo il mondo e per legge i nostri cani possono entrare in qualsiasi struttura». Ciò che più ha suscitato amarezza però è aver scoperto di non poter accedere alla struttura ricettiva, quando il loro viaggio era già iniziato e i due si trovavano sul treno in direzione della città. Quando infatti Vincenzo e Nadia avevano prenotato la camera, prima di partire, avevano palesato la loro condizione e la presenza dei loro cani guida. «Nessun problema», era stato risposto loro dall’operatore in turno. Avevano ricevuto anche una mail di benvenuto e la conferma di prenotazione, con tanto di richiesta di caparra del 30 per cento, pagata come richiesto. Quasi giunti a destinazione, però, hanno ricevuto un’ulteriore mail che li ha gettati nello sconforto. I loro cani non sarebbero potuti entrare all’interno della struttura. «E noi - aggiungono i due coniugi - avevamo lasciato già casa nostra ed eravamo in viaggio. Abbiamo chiamato un amico palermitano e spiegato la situazione. Ci ha aiutati lui a trovare una sistemazione, con non poca fatica perché altre strutture ricettive avevano dato lo stesso diniego». Ma la legge parla chiaro: «Il cieco con il cane guida può entrare in tutti i luoghi aperti al pubblico». Abbiamo provato a contattare il bed and breakfast ma senza risultato. «Questa è una forma di discriminazione rivolta a noi disabili sensoriali visivi - aggiunge Vincenzo D’Angiò - e ritengo necessario portare all’attenzione questo comportamento, frutto di una scarsa informazione e della mancata osservanza di specifiche normative nazionali che purtroppo è dilagante, come amaramente sperimento ogni giorno». L’Unione ciechi e ipovedenti chiarisce: «Ancora una volta dobbiamo ricordare - dice Tommaso Di Gesaro, presidente della sezione territoriale dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti - che “il cieco con il cane guida può entrare in tutti i luoghi aperti al pubblico“, così come recita l’articolo unico della legge 37/1974 - aggiornata poi con la legge 60/2006. Il cane guida è un vero compagno di libertà, sempre disponibile e pronto ad assecondare le necessità di autonomia e di mobilità. Purtroppo però, ancora oggi, troppo spesso non viene permesso al non vedente accompagnato dal cane guida di soggiornare in un albergo, entrare in un ristorante, prendere un taxi o utilizzare mezzi di trasporto pubblico, nonostante l’esistenza della legge, e il buon senso». «Ogni rifiuto di questa nostra libertà - continua Di Gesaro - costituisce una violazione dei nostri diritti umani basilari. Se la legge non sarà ottemperata siamo pronti a chiedere alle autorità la revoca della licenza delle attività».