«È stato rintracciato in Tunisia il padre di Ismail, il piccolo ivoriano che compirà 8 mesi il prossimo 8 maggio sopravvissuto a un naufragio di migranti in cui ha perso la vita anche sua madre. L’uomo, che «non era riuscito a imbarcarsi con la moglie e il figlio», ha «espresso la volontà di mantenere attualmente l’affido alla famiglia di Palermo per offrirgli un futuro migliore».
Lo rendono noto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, e l’assessore alla Salute, Giovanna Volo.
«La dottoressa Alessandra Teresi e la sua famiglia - sottolineano Schifani e Volo - hanno compiuto un gesto di grandissima generosità e solidarietà offrendosi di accogliere il piccolo Ismail nella loro casa. A loro va il nostro più sincero ringraziamento». Ma, aggiungono, «per tutelare la serenità del bambino in questo momento delicato, la famiglia che lo ha accolto ha giustamente chiesto di rispettare la loro privacy e di spegnere i riflettori sulla vicenda».
«Un desiderio - osservano governatore e assessore - comprensibile e legittimo che condividiamo e che ci auguriamo sia rispettato da tutti».
Il piccolo è in ottime condizioni di salute. A visitarlo, non appena giunto a Lampedusa, sono stati i medici del punto pediatrico del Poliambulatorio dell’isola, che la Regione ha attivato, in collaborazione con la Asp 6 di Palermo, lo scorso marzo. Adesso è seguito da un pediatra di Palermo che sta assistendo la famiglia della dottoressa Teresi nello svezzamento.
Protagonista di una tragedia e di una gara di solidarietà, il piccolo Ismail è stato affidato a una dottoressa. Le coccole, la corsa dei poliziotti a comprare latte, pannolini, le parole pronunciate a bassa voce per rassicurarlo.
Ismail ha soltanto sette mesi, otto li compirà nei prossimi giorni, e un naufragio sulle spalle, dove ha perso la mamma. A prendersi cura del piccino, che ha pianto e si è lamentato per tutta la giornata del 29 aprile, sono stati i poliziotti in servizio al centro di primissima accoglienza a Lampedusa.
Madre e figlio erano a bordo di un barchino partito da Sfax. Ismail sta bene e quando il dolore alle gengive diminuisce (sta mettendo i dentini) riempie tutti, anche se sconosciuti, di sorrisi. Della sua mamma non si hanno più notizie: è fra i tre migranti dispersi dopo che il natante di 7 metri, partito da Sfax, si è ribaltato ed è colato a picco. Quarantasei in tutto, fra cui 13 donne e 7 minori, i naufraghi salvati dalla Guardia costiera.
Ad avvicendarsi, per tutta la notte e l’intera giornata del 29 aprile, tenendo in braccio Ismail, sono stati i poliziotti. Persone abituate a gestire con attenzione e celerità il fenomeno dell’immigrazione che davanti a quegli occhioni pieni di lacrime si sono inteneriti e non hanno smesso un solo secondo di giocare con lui.
Il vice questore aggiunto Francesco Sammartino, funzionario di turno della Questura di Agrigento all’hotspot di contrada Imbriacola, ha comprato latte, pannolini, un paio di giochini per neonati e una crema per le gengive.
Il presidente della Regione Renato Schifani ha ringraziato gli agenti della Questura di Agrigento, con in testa il questore Ricifari, in servizio all’hotspot dell’isola per essersi presi cura del piccolo orfano: «Il loro gesto carico di profonda umanità, nonostante la criticità del momento che vede nell’isola un susseguirsi di sbarchi, è oltremodo lodevole. La Sicilia è anche questo», ha commentato.
Il barchino di metallo si è ribaltato perché i migranti che erano a bordo si sono all’improvviso spostati verso la motovedetta che li stava soccorrendo. I militari hanno prima trasbordato i bambini - e fra questi il piccolo Ismail - e poi si doveva procedere con tutti gli altri, ma in 39 sono caduti in acqua; 36 sono stati subito ripescati ma tre, fra cui la mamma del piccolo, sono scomparsi in acqua annegando. Dopo la gara di solidarietà scatenatasi per lui all’arrivo, Ismail è stato affidato a una dottoressa del 118 di Palermo.
«Il futuro di Ismail sarà diverso, è stato e sarà un volano potentissimo di bene», ha dichiarato Ricifari
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