Da oggi la Sala Conferenze dell’Ismett di Palermo diventa ufficialmente Aula magna Luigi Pagliaro. La cerimonia di intitolazione si è svolta questo pomeriggio alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenuto in forma privata per ricordare la figura del professore Pagliaro, epatologo siciliano di fama nazionale e internazionale. L’Ismett e l’intero staff sono strettamente legati alla figura di Luigi Pagliaro, alla cui lungimiranza si deve la nascita dell’Istituto. Nel 1996, infatti, il professore è stato tra gli artefici dell’accordo tra Regione Siciliana e Upmc, il centro medico dell’Università di Pittsburgh, per la creazione del primo centro di trapianti multiorgano in Sicilia. Fino ad allora, i pazienti siciliani che avevano bisogno di un trapianto di organo dovevano recarsi al Nord o all’estero, affrontando lunghi periodi di lontananza dai loro cari, difficoltà linguistiche e costi economici difficilmente sostenibili. «Luigi Pagliaro – ha ricordato Angelo Luca, direttore di Ismett - è sempre stato un uomo discreto e rispettoso mai motivato da interessi personali. Anche dopo aver creato Ismett e averne visto i primi risultati, non ha cercato cariche o riconoscimenti. L'importante per lui era sapere che la struttura che aveva contribuito a creare fosse una realtà consolidata, un centro di eccellenza per la cura dei pazienti e la ricerca, dove l'innovazione fosse al servizio della salute e della vita delle persone. Certo, non immaginava che Ismett avrebbe attratto pazienti da altre regioni o altri Paesi. Da questo punto di vista, la realizzazione del Centro di ricerca biomedica della Fondazione Ri.Med a Carini e del nuovo ospedale Ismett2 rappresentano il completamento della sua eredità, un ulteriore passo avanti a beneficio dei pazienti e della comunità, rappresentando una straordinaria opportunità di sviluppo economico e sociale per la Sicilia». «Il 9 settembre 2020 - ha raccontato Antonio Pagliaro, figlio di Luigi - una signora anziana e assai loquace vegliava il corpo di mio padre nella cappella di Palazzo Steri. Lo ha fatto per cinque lunghe ore, alzandosi quasi mai. A me, che ha capito essere il figlio, ha raccontato la sua storia. La storia era lunga, cominciava con “U prufissuri mi rialò ’a vita”, ed era evidente che quella storia, senza prufissuri, non sarebbe stata così lunga, né sarebbe cominciata quella della figlia che sedeva con lei. Un commento Facebook, alla notizia della sua morte, ricordava come il professore Pagliaro si sedesse sul letto del paziente e gli parlasse della malattia, anche in dialetto se necessario. La sua porta era sempre aperta, non aveva anticamere o segretari e chiunque aveva accesso». «Il professore Pagliaro – ha sottolineato Massimo Midiri, rettore dell’Università degli Studi di Palermo - è stato capace non solo di trasmettere conoscenze nella didattica, rigore e metodo nella ricerca scientifica, nel pensiero e nell’analisi clinica, ma anche di introdurre una speciale modalità di essere docente, ricercatore e medico». La cerimonia di intitolazione della Aula Magna si è svolta in forma rigorosamente privata. Hanno partecipato all’evento: il management di Ismett-Upmc, la famiglia del professore Pagliaro, i suoi ex allievi. Pagliaro è stato direttore della cattedra di Patologia medica, di Clinica Medica e direttore della Scuola di Specializzazione di Gastroentorologia e ha forgiato intere generazioni di medici. Fra gli ex allievi che sono voluti intervenire alla cerimonia anche Roberto Lagalla, oggi sindaco di Palermo, Giovanna Volo oggi assessore regionale alla Sanità, e proprio Midiri.