Il primo è stato svuotato e la V di vittoria campeggia davanti al capannone trasformato per anni in purgatorio dei defunti. Vittoria, come se si fosse vinta una guerra mondiale e di certo di un campo di battaglia dove si sono scontrate inerzia, disorganizzazione e sfortuna, se si aggiungono i morti di Covid.
Alla resa dei conti, a pagare lo scotto sono stati finora i familiari dei morti senza lapide tenuti in deposito, una fotografia devastante che si vuole al più presto togliere dall'album della storia del Comune, che finalmente inizia a macinare sepoltura su sepoltura e che promette che prima del Festino di Santa Rosalia le bare a vista saranno solo un ricordo.
Sono, soprattutto, una scena da non ripetersi: ma prima occorrerà che dalle parole si passi ai fatti. Il traguardo teoricamente è reso possibile dalle proiezioni dei posti che si vanno liberando e da un inventario delle tombe, che finora non era stato fatto. Molte, per esempio, sono le sepolture con concessione trentennale scaduta. Già una prima lista è stata stilata e lo sgombero sarà eseguito entro il 29 del mese. Quasi 352 posti si libereranno.
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