È stata fissata per sabato prossimo, 25 marzo, la camera di consiglio del processo d’appello «'Ndrangheta stragista» che vede imputati a Reggio Calabria il boss di Brancaccio Giuseppe Graviano e Rocco Santo Filippone, presunto affiliato alla cosca Piromalli di Gioia Tauro. Dopo quasi due anni di udienze, la Corte d’assise d’appello, presieduta da Bruno Muscolo (a latere Giuliana Campagna), potrebbe emettere la sentenza nella stessa serata di sabato. In primo grado Graviano e Filippone sono stati condannati entrambi all’ergastolo. L’imputazione a loro carico è di duplice omicidio quali presunti mandanti dell’assassinio dei carabinieri Antonino Fava e Vincenzo Garofalo, avvenuto il 18 gennaio del 1994 all’altezza dello svincolo di Scilla dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria. Un agguato che, secondo il procuratore della Repubblica aggiunto di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, che nel processo rappresenta la pubblica accusa, sarebbe da inquadrare nelle cosiddette «stragi continentali» messe in atto da Cosa nostra ed alle quali avrebbero partecipato le cosche calabresi. Una ricostruzione che, a detta dell’accusa, avrebbe trovato conferma in un’intercettazione inserita nei giorni scorsi agli atti del processo ed effettuata dai carabinieri nell’ambito dell’inchiesta «Hybris», che il 9 marzo scorso ha portato all’arresto di 49 persone ritenute vicine alla cosca Piromalli. Nella conversazione intercettata uno degli indagati, Francesco Adornato, avrebbe fatto riferimento ad una riunione in un resort di Nicotera, nel Vibonese, nel corso della quale gli emissari di alcune cosche della 'ndrangheta avrebbero dato la disponibilità a Cosa nostra a partecipare alle stragi avvenute in Italia nella prima metà degli anni novanta. Dopo avere sentito il perito Vincenzo Ventra, che ha confermato la trascrizione dell’intercettazione effettuata dai carabinieri, la Corte d’assise d’appello ha rigettato l’istanza presentata dai difensori di Graviano e Filippone, che avrebbero voluto che lo stesso Francesco Adornato fosse sentito come teste nel processo. Il dibattimento è stato, quindi, rinviato al 23 marzo, giorno in cui sono programmate le repliche del pg Lombardo e dei difensori. Sabato 25 è fissata un’altra udienza a conclusione della quale i giudici si ritireranno in camera di consiglio.