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Palermo, Conigliera chiusa e traffico nel caos: ancora incerti i tempi per la riapertura

La palla passa alla protezione civile, sulla chiusura della Conigliera a Palermo, off limits da sabato dopo lo scoppio di una bombola in un palazzo e il conseguente sgombero. Nessuno è ancora tornato a casa, e chissà quando potrà farlo. Intanto già ieri sono partiti i primi controlli tra i civici 54 e 62 della via Umberto Maddalena, e così sarà finchè non saranno accertate ed opportunamente certificate le condizioni di sicurezza tali da escludere ulteriori rischi di crolli. L'ordinanza del Comune, emanata il 13 febbraio, parla di "dissesto" ai muri, con un crollo (una crepa) che mette a rischio alcune delle strutture della palazzina stessa. In queste condizioni, impossibile tornare alla normalità. Dunque, si chiude. Per quanto tempo non si sa.

Il fatto è avvenuto sabato a due passi dalla Rocca, praticamente alla confluenza fra via Umberto Maddalena (meglio conosciuta, appunto, come la «Conigliera») e corso Calatafimi. Nella circostanza una persona è rimasta ferita, e dieci sono state fatte evacuare, a causa dei danni provocati all’immobile, e per sicurezza è stato sgomberato anche il palazzo vicino. Il tutto è successo intorno alle 5.30. I residenti sono stati svegliati da un boato.

Da lunedì in tutta la zona ci sono lunghi incolonnamenti, con automobilisti esasperati per le attese, in corso Calatafini si sono registrate lunghe code, fino al bivio con via Paruta.  Quanti giorni passeranno prima di poter dare il liberi tutti non si sa, anche perchè potrebbe accadere il peggio: se i tecnici comunali e le forze dell’ordine e la protezione civile dovessero alla fine dichiarare il palazzo «pericolante», dunque pericoloso, quest’ultimo dovrebbe essere addirittura demolito, per assicurare la sicurezza pubblica, con i tempi che a quel punto si dilaterebbe in maniera tale che a quel punto non si potrebbe escludere, di fatto, un nuovo piano per la circolazione stradale nella zona. Cosa che, pare, sia già stata presa in considerazione, ma è ancora troppo presto per premere l’allarme rosso. Di fatto c’è che una parte della città, e non solo, rischia di vivere nel caos per un bel po’ di tempo, e l’incertezza non aiuta.

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