Non rispondono a una domanda e si vedono annullata l’intera prova di concorso. È quanto successo ad alcuni candidati dell’ottavo corso-concorso Sna per 210 dirigenti da inserire nelle amministrazioni statali. Per loro fortuna, il Tar Lazio ha accolto i ricorsi e riammesso i candidati alle successive prove di concorso. Dopo aver partecipato alle prove, i concorrenti si sono visti attribuire il giudizio «non valutabile» alla prima prova, per non aver risposto a un singolo quesito in lingua inglese. La Commissione, infatti, non ha corretto le due prove scritte, in quanto ha ritenuto che la risposta al quesito in lingua inglese fosse obbligatoria.
«Secondo le disposizioni previste dal bando di concorso - spiegano i legali Francesco Leone, Simona Fell e Floriana Barbata, dello studio legale palermitano Leone-Fell - lo svolgimento della parte in lingua inglese non era affatto obbligatoria e la mancata correzione dell’intera prova, nonché l’esclusione dei candidati dal prosieguo della procedura selettiva, è dunque un’illegittimità». Per tale ragione, i candidati hanno proposto ricorso al Tar che ha accolto e chiarito che la condotta della Commissione «non è supportata da alcuna previsione di legge, e tantomeno del bando». I giudici hanno pertanto ordinato all’amministrazione di procedere alla correzione delle prove entro 30 giorni e di procedere, in virtù del punteggio, all’ammissione dei ricorrenti alle successive fasi concorsuali.
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