Tre giovani sarebbero stati individuati nell'indagini riguardante il ferimento di Mauro Glorioso, lo studente palermitano di 23 anni colpito da una bicicletta elettrica lanciata dalla balconata dei Murazzi a Torino. Il ragazzo è ricoverato da 10 giorni al Cto di Torino da 10 giorni in gravi condizioni. Tre giovani sarebbero stati individuati dagli investigatori, grazie alle immagini delle videocamere di sorveglianza e alla straordinaria collaborazione di tutta la città, inorridita da questa storia. Adesso i carabinieri stanno cercando di risalire all'identità di queste tre persone. Dopo il primo appello lanciato dai carabinieri, sono arrivate numerose segnalazioni ritenute utili e anche il sindaco Stefano Lo Russo ha scritto sulla sua pagina Facebook un nuovo invito a fornire informazioni agli investigatori. «Nella notte del 21 gennaio Mauro Glorioso, ragazzo di 23 anni che studia medicina nella nostra città, è stato colpito da una bicicletta scagliata da Lungo Po Cadorna, mentre era con gli amici ai Murazzi e ora si trova in gravi condizioni al Cto. Dobbiamo dare il massimo supporto ai carabinieri: chiunque abbia visto qualcosa, chi ha informazioni utili, si rivolga a una stazione o direttamente al 112». Sulla vicenda è intervenuto il generale Claudio Lunardo, comandante provinciale dei carabinieri: «Abbiamo impegnato grandi risorse, costituendo una task force che unisce elementi del nucleo investigativo e della compagnia San Carlo, che da anni si occupa della movida e conosce gli abituali frequentatori di quei luoghi. Questo episodio scellerato ha scosso tutti noi. Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni e stiamo valutando gli eventuali riscontri. C’è stata una grande mobilitazione e stiamo ricevendo molta collaborazione da parte dei cittadini. È probabile, ma non certo, che ci possano essere più persone coinvolte. Abbiamo sentito più volte le testimonianze di chi si trovava sul posto e raccolto tutte le immagini possibili. Sia dalle telecamere della zona, allargando il perimetro, sia da quelle presenti sui mezzi della Gtt. Speriamo di riuscire ad avvicinarci, tappa dopo tappa, all’individuazione dei responsabili e fornire un impianto probatorio concreto. Non stiamo lasciando nulla di intentato».