I carabinieri del Ros stanno perquisendo, a Bagheria, le abitazioni di Maria Mesi, ex amante del boss Matteo Messina Denaro, e del fratello Francesco. Entrambi sono stati indagati, in passato, per aver favorito la latitanza del capomafia. Francesco Mesi patteggiò la pena. Tra gli immobili di Francesco e Maria Mesi, storici favoreggiatori del boss Matteo Messina Denaro, perquisiti questa mattina dai carabinieri, ci sono l’abitazione di via Milwaukee ad Aspra, una casa di campagna e la torrefazione gestita dai due Mesi. Maria Mesi era stata arrestata nel giugno del 2000 con l’accusa di avere favorito la latitanza del boss trapanese. Per gli inquirenti avrebbe avuto un ruolo importante nella protezione della latitanza del boss trapanese, con cui avrebbe avuto anche una relazione sentimentale. La donna finì in carcere dopo un’indagine degli uomini della Criminalpol. Seguendo lei, i poliziotti speravano di arrivare proprio a Messina Denaro. Mettendo i suoi telefoni sotto controllo gli investigatori erano riusciti a scoprire che riceveva chiamate da cellulari in uso a Messina Denaro. Ascoltata dalla polizia, dichiarò di conoscere il latitante, ma solo per motivi professionali. La prima svolta arrivò nel 1996, quando la polizia mise le mani su alcuni bigliettini scritti da Messina Denaro e indirizzati a una certa Mery, poi identificata in Maria Mesi. Dal tono del messaggio si capiva che fra i due esisteva un rapporto sentimentale e che la donna, in qualche modo, aveva un ruolo nella latitanza. La quadratura del cerchio arrivò con l’individuazione del covo di Aspra, dove il latitante e la donna si sarebbero incontrati più di una volta. Qui vennero trovati parecchi oggetti, e tutti riconducibili al boss. Stamattina i Ros hanno bussato di nuovo a casa della donna dopo 23 anni.