Il malore per il gelo all'Università, uno dei corsisti: «Ci avevano detto di vestirci da neve»
«Quanto è successo ieri all’Università di Palermo è grave. Non è possibile essere trattati in questo modo. Da settimane chiedevamo aule confortevoli e calde per svolgere le lezioni. Non è ammissibile che una responsabile della facoltà ci risponda che se sentivamo freddo potevamo stare a casa o vestirci con abiti da neve. Sono corsi molto importanti quelli per il sostegno. Per tutti rappresentano la stabilizzazione lavorativa e non è consentita l’assenza perché altrimenti si perde la possibilità di ottenere l'abilitazione». È quanto sostiene uno dei corsisti dell’abilitazione al sostegno. Ieri una donna che seguiva il corso si è sentita male a causa del freddo che c'era nell’aula non riscaldata ed è andata in ipotermia. È stato necessario l’intervento del 118 che l’ha portata all’Ospedale Civico. Nei giorni scorsi, sempre a Palermo, si era verificato un caso analogo in una scuola elementare, la Emanuela Loi di Passo di Rigano, dove una bimba di 10 anni era stata soccorsa e portata in ospedale. Sono circa duemila le persone che seguono il corso universitario, con un costo di quasi 4 mila euro. «Ci sono colleghi - riprende il corsista - che vengono da diverse province e che partono da casa anche alle cinque. Si arriva e non si può entrare in aula prima delle otto. Si resta fuori ammassati al freddo. Ieri nell’aula c'era freddissimo. Poi dopo la protesta quello che sembrava impossibile prima si è avverato. Siamo stati spostati in un’aula più calda. Andremo fino in fondo a questa vicenda. Se qualcuno ha sbagliato deve pagare. Attendiamo l’esito della indagine interna dell’Università poi decideremo il da farsi».