«Questo è proprio il momento per andare fino in fondo»: lo dice il colonnello Gianluca Valerio, vice comandante del Ros, intervistato dal QN. «Con la cattura di Matteo Messina Denaro - aggiunge - finisce un incubo, ma per noi continua in maniera ancora più risoluta l’attività di investigazione nella quale, come stiamo facendo, dobbiamo accelerare in maniera fortissima per debellare la rete di protezione su cui ha potuto contare e, più in generale, per arrivare a colpire l’altissima capacità di infiltrazione, attraverso la corruzione, della Cosa nostra siciliana nel mondo dell’impresa, dell’economia, delle professioni, ma anche della politica». Per Valerio, «Messina Denaro si porta dietro il profilo e il Dna dei vecchi capi» ma «è anche il protagonista di questa evoluzione che porta alla capitalizzazione e all’investimento degli ingenti patrimoni che nel frattempo si sono accumulati nella prima fase di razzia criminale e di sviluppo dei traffici. Lui cerca di farsi inseguire, come in un falso scopo, fino a immaginare che lo Stato, senza più colpi di lupara, si dimentichi di lui. Un po’ come una lepre che continua a correre per farsi inseguire e distrarre i cacciatori dalle altre lepri».