Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

L’Inps revoca il sussidio ad una palermitana senza residenza, il giudice lo conferma: è vitale

L’Inps a giugno le aveva revocato il Reddito di cittadinanza perché era risultata senza la residenza anagrafica dal febbraio a luglio del 2020. Ma il giudice del Tribunale del Lavoro, Dante Marino, ha accolto il ricorso d’urgenza, presentato dagli avvocati Pier Luigi Licari e Francesca Badalamenti, e restituito il sussidio. Nell’ordinanza il giudice ha scritto che «la mancata percezione» può “pregiudicare il diritto ad un’esistenza autonoma e dignitosa». La donna in effetti era risultata irreperibile da febbraio 2022 a luglio 2022 visto che conviveva con un compagno, ma il Comune non poteva certificarlo visto che l’uomo non pagava da un anno l’affitto della casa popolare allo Zen.

Il giudice ha accolto la tesi difensiva secondo cui, la residenza anagrafica ha valore meramente presuntivo dovendo prevalere, comunque, quello della residenza concreta ed effettiva. Che la donna abbia vissuto sempre a Palermo negli ultimi dieci anni lo hanno confermato l’ex convivente e un vicino di casa che li ha visti trascorrere insieme anche il periodo del lockdown per il Covid. Le ragioni d’urgenza del ricorso erano giustificate dal fatto che il reddito di cittadinanza è l’unica fonte di reddito della donna che vive con la figlia. La donna, dopo lo stop all’erogazione del Reddito di cittadinanza, in questi mesi si era ritrovata senza alcuna entrata e aveva accumulato morosità nel pagamento di affitto e bollette. «Abbiamo ritenuto - spiegano gli avvocati Licari e Badalamenti - che il ricorso d’urgenza fosse lo strumento più adatto alla tutela degli interessi della nostra assistita, sussistendo, a nostro avviso, entrambi i requisiti richiesti dalla legge, ossia il danno che la stessa avrebbe irreparabilmente patito, insieme alla sua famiglia, nell’attesa di una sentenza di merito e la probabile fondatezza del diritto richiesto».

Caricamento commenti

Commenta la notizia