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L'atroce fine della maestra di Bagheria, la figlia l'ha strangolata e poi colpita con un coltello

Nel riquadro Teresa Spanò, la vittima

Dopo avere strangolato la madre, ha infierito sul corpo senza vita in preda a una tragica carica di rabbia e ferocia. Un ulteriore dettaglio agghiacciante sulle fine dell’insegnante Teresa Spanò, assassinata lunedì mattina dalla figlia di 17 anni nell’appartamento di corso Butera, a Bagheria, dove vivevano insieme. La ragazza, dopo avere confessato davanti al procuratore per i minorenni Claudia Caramanna, è stata fermata dalla polizia e adesso si trova rinchiusa nel carcere di Caltanissetta in attesa dell’udienza di convalida del provvedimento restrittivo davanti al gip, in programma per domani.

Le indagini sul matricidio vanno avanti e restano ancora tanti aspetti oscuri da esplorare. A cominciare dai motivi che abbiano animato la ragazza a compiere un gesto così estremo e violento contro la mamma, se quel disagio covato nel profondo si fosse manifestato già prima. Un malessere sfociato nel sangue. Per la giovane è stato nominato dalla magistratura un tutore temporaneo, visto che il papà, un cittadino straniero originario dei Paesi dell’Est Europa, è irreperibile: un uomo di fatto sconosciuto alla giovane, che ha raccontato di non averne nemmeno un ricordo (nella loro casa non ha mai vissuto).

Di certo, in base alla ricostruzione degli inquirenti, Teresa Spanò, che aveva 55 anni e insegnava alla scuola elementare di Casteldaccia, e la figlia litigavano da tempo e anche lunedì tra le due erano volate parole grosse. Incomprensioni e contrasti aspri che anche la notte di Capodanno avevano provocato urla e offese. I vicini, tra i quali la madre e un fratello della vittima, hanno raccontato di una animata discussione intorno alle 3 di notte. Poi alle 8 del mattino, dopo il delitto, la telefonata della ragazza al 112: «Venite, ho ucciso mia madre», ha detto. Sul posto sono arrivate le forze dell'ordine e le ambulanze. La giovane ha provato a cambiare versione, dicendo che la mamma si sarebbe suicidata ingerendo dei farmaci. Ma è apparso subito chiaro che la donna era stata uccisa. Accanto al corpo e su un comodino sono stati trovati dei farmaci, un potente antidolorifico e un ansiolitico. Il segno che una delle due fosse in cura? Un interrogativo senza risposta. Gli inquirenti attendono il risultato dell'autopsia per comprendere se Teresa Spanò abbia assunto medicine, per sapere se sia stata avvelenata dalla figlia con l'intenzione di allentare le difese della madre e impedirle di reagire. In base alla prime valutazioni del medico legale, la donna è stata strangolata. Ma poi la giovane avrebbe infierito sul cadavere, forse usando un coltello. Sugli aspetti più crudi del delitto viene mantenuto il massimo riserbo. L'esame scientifico sul corpo della vittima verrà eseguito nelle prossime ore all'istituto di Medicina legale del Policlinico, dove verranno compiuti anche gli esami tossicologici.

Gli investigatori della scientifica e i colleghi della squadra mobile hanno lavorato a lungo nell'appartamento di corso Butera per ricostruire la scena del crimine, raccogliere tracce e dettagli utili alle indagini da confrontare poi con il racconto della ragazza fornito nel corso della confessione davanti al magistrato. Ieri pomeriggio nell’abitazione c’è stata una nuova ispezione a casa degli agenti. Adesso la diciassettenne si trova in cella e viene tenuta sotto stretta osservazione. Gli investigatori sono alle prese anche con la raccolta di testimonianze tra i parenti e gli amici di Teresa Spanò e della figlia, un lavoro per comprendere appieno i motivi dell'omicidio e ricostruire il contesto familiare ed esistenziale delle due protagoniste della terribile vicenda. Il delitto ha profondamente sconvolto le comunità di Bagheria e Casteldaccia, dove si invocano comprensione e pietà per una storia di violenza e sangue tra le mura domestiche.

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