Tanta rabbia e profonda amarezza dopo la maxi rissa alla discoteca Mob di Villagrazia di Carini, lungo la strada statale 113, in provincia di Palermo. Non solo per chi fortuitamente si è ritrovato a vivere un incubo mentre qualcuno faceva esplodere alcuni colpi di pistola ma anche per chi all’interno del locale ci lavora ogni giorno e il timore di queste risse l’ha sempre. “Da mesi segnaliamo la presenza di bande di criminali che assediano i nostri locali senza aver alcun titolo di accesso – spiega Vincenzo Grasso, uno dei soci del Mob e presidente del Sindacato Italiano Locali da Ballo di Palermo -. Sono persone, per lo più giovanissimi, alle quali non si può dire di non entrare perché devastano il locale, litigano con i clienti e minacciano gli addetti alla sicurezza. Lo diciamo da diverso tempo ormai, questi episodi sono sempre più frequenti. Questi criminali arrivano da quartieri malfamati e vengono nei nostri locali a chiarire le loro discussioni mettendo a repentaglio la sicurezza di tutti. E’ un problema sociale che va supportato con la massima attenzione, per il quale occorre una soluzione urgente. Continuiamo a credere nella giustizia ma lo Stato non deve lasciarci soli. Chiudere i locali significa darla vinta alla malavita. Deve esserci collaborazione tra Stato e imprenditoria sana”. Quella al Mob ieri sera era una serata universitaria. La maggior parte dei ragazzi aveva un’età compresa tra i 20 e i 30 anni e, allo scoppio dei colpi di pistola, sono fuggiti in un clima di grande paura. Grande panico e timore per la propria incolumità. “Siamo disponibili ad un dialogo con chi si occupa di ordine e sicurezza, coinvolgendo anche il Comune, perché certo da soli non possiamo debellare il problema – continua Grasso a nome della categoria - Oggi ci ritroviamo con un locale sotto sequestro, 150 dipendenti a casa che vi rimarranno per tutte le feste natalizie che peraltro per noi è il periodo di maggior lavoro. Non sappiamo se riusciremo ad aprire a Capodanno. Stiamo aspettando i tempi delle indagini”. Il Mob intanto ha fornito le immagini del sistema di videosorveglianza per permettere alle forze dell’ordine di ricostruire gli accadimenti. E i carabinieri del Comando provinciale di Palermo hanno fermato un giovane, accusato di tentato omicidio e porto abusivo d’armi. La sua posizione è al vaglio della Procura.