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Stop ai cellulari in classe, la voce degli studenti: «Ormai è uno strumento indispensabile»

Stop ai cellulari in classe, la voce degli studenti: "Ormai è uno strumento indispensabile"

La circolare, firmata dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, parla chiaro: è vietato utilizzare il cellulare durante le lezioni, se non per finalità didattiche. Sul fine di utilizzo del cellulare e degli altri dispositivi gli studenti sono tutti d’accordo ma sul divieto coercitivo proprio no.

“E’ vero che il telefonino, con le continue notifiche su whatsapp e i social, può farci distrarre più facilmente ma è vero anche che è uno strumento ormai indispensabile nella didattica – commenta Giuseppe Tomaselli della IV B del liceo scientifico Ernesto Basile di Palermo -. Con il cellulare riusciamo a prendere più facilmente appunti e a scambiarceli in classe con più rapidità senza doverli trascrivere necessariamente come si faceva un tempo, facendoci perdere molto meno tempo. Il cellulare collegato alla rete internet permette di rintracciare informazioni in tempo reale e ci dà la possibilità di utilizzare software utili nelle materie matematico-scientifiche che ci consentono di capire meglio le lezioni”.

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(Nella foto a sinistra Matteo Porzio, a destra Giuseppe Tomaselli)

Daniele Contino, rappresentante di istituto al liceo Basile, esorta il Ministro a rendere più chiara la circolare diffusa nelle scuole. “Saremo noi a decidere come e quando utilizzare i cellulari per fini didattici? - dice lo studente -. La norma deve essere chiara e non deve creare equivoci”. Anche Matteo Porzio della III E dell’istituto tecnico commerciale Crispi di Palermo condanna l’uso del cellulare a scuola per fini personali e non didattici. “Come al solito piangono tutti per il peccatore – dice lo studente – capita che qualcuno non segua la lezione perché intento a rispondere ad un messaggio ricevuto ma molti di noi lo usano davvero solo in casi di emergenza. Sapere di essere reperibile per la mia famiglia e io per loro mi fa sentire al sicuro. Non amo le coercizioni. Non siamo bambini, ciascuno di noi dovrebbe imparare ad autoregolarsi e a rispettare le regole. Poi se qualcuno non lo fa è giusto che sia sanzionato, ma non tutti”.

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