Il Gip del tribunale di Palermo Fabio Pilato ha convalidato i fermi di 8 dei 9 arrestati nell’operazione antimafia dei carabinieri riguardante il mandamento palermitano di Porta Nuova e Palermo centro. Per due il giudice ha ordinato l’esecuzione di una perizia medico-legale per verificare le condizioni di salute e la compatibilità con la detenzione in cella. Il nono indagato, Antonino Lo Coco, è in attesa del pronunciamento della convalida da parte del gip di Termini Imerese, essendo stato fermato in provincia. Per Francesco Mulè, di 76 anni, soprannominato Zu Francu, e di Alessandro Cutrona, detto u Pacchiuni, il ciccione, molto più giovane ma anche lui alle prese con problemi di salute, il giudice ha ordinato l’esecuzione di una perizia medico-legale per verificare le condizioni di salute e la compatibilità con la detenzione in cella. Direttamente in cella invece il figlio di Mulè, Massimo, detto u Nicu, il piccolo, considerato l’uomo forte del mandamento che è tra i più importanti di Cosa nostra; carcere anche per Gaetano Badalamenti, di 53 anni, detto u Romano, Francesco Lo Nardo, alias Sicarru (Sigaro), di 63 anni, Giuseppe Mangiaracina, inteso Pitbull, 43 anni, Calogero Leandro Naso, di 28 anni, chiamato il pugile, Salvatore Gioeli, detto Mussolini, di 56 anni. Il giudice ha accolto le tesi della Procura antimafia, coordinata da Maurizio De Lucia, per tutti i capi di accusa tranne che - nei confronti solo di Cutrona e Naso - per una estorsione con annessa rapina e minaccia aggravata dall’agevolazione di Cosa nostra. Si tratta di un episodio che vedeva vittima un imprenditore, costretto a comprare un biglietto per la «riffa», cioè per la lotteria abusiva che si svolge nei quartieri popolari di Palermo e che viene utilizzata di regola anche per raccogliere soldi da parte dei mafiosi. Nell’ordinanza viene evidenziato anche il ruolo di Giuseppe Incontrera, ucciso la scorsa primavera a Palermo e ritenuto al centro di vari traffici gestiti dalle cosche, soprattutto quello di sostanze stupefacenti.