«Di recente, su un blog è apparso un post di segnalazione di una molestia a danno di una studentessa. Nessuna segnalazione è giunta alle strutture di Ateneo: né a me in qualità di prorettrice, né al rettore, né infine utilizzando il servizio anonimo di whistle blowing di Ateneo. Cionondimeno, per evitare di passare sotto silenzio una denuncia all’apparenza così grave, abbiamo attivato i nostri canali di indagine, nel rispetto della riservatezza che è dovuta in questi casi». Lo scrive in una nota Beatrice Pasciuta, prorettrice all’Inclusione, pari opportunità e politiche di genere dell’Università di Palermo commentando la denuncia di casi di sessismo apparsa sul blog YouniPa. «Abbiamo quindi potuto delineare i contorni di una vicenda che, per quanto da stigmatizzare, è di portata assai differente rispetto a quanto segnalato dal blog in questione. Nel mese di febbraio scorso un dottorando di ricerca ha stilato una classifica di sue colleghe di dottorato, in base alla bellezza fisica (o almeno in base al suo personale criterio), che a quanto ci risulta è stata pubblicata su una chat dei dottorandi per pochi minuti, prima di essere cancellata. L’autore di questo atto insulso e idiota è stato individuato e convocato dal coordinatore del Dottorato, che lo ha rimproverato e severamente ammonito - spiega -. Il dottorando ha allora inviato a tutte le colleghe di dottorato una mail di scuse, nella quale ha chiesto di perdonare il suo comportamento, da egli stesso, giustamente, definito “disdicevole e condannabile”. Il coordinatore ha quindi chiesto alle interessate se intendessero procedere con la segnalazione per il provvedimento disciplinare e, non ricevendo indicazioni in tal senso, ha ritenuto di considerare chiusa la vicenda». Invece, il caso è esploso, anche se quello che viene detto è diverso da quello di cui parla la prorettrice, si parla infatti di una lista stilata in base alle prestazioni sessuali. «Veniamo adesso accusati di non aver fatto nulla. Addirittura, il rettore e la governance dell’Ateneo, che nulla sapevano di questi fatti fino ad ora, vengono accusati di complicità e di connivenza, perfino di censura», prosegue Pasciuta. «Quello che a me non è chiaro - conclude - è quale sia il vero scopo di tanto clamore da parte del blog, che ha riportato in maniera distorta e parziale gli avvenimenti, senza preoccuparsi, come è dovere di chi fa informazione, di verificare la correttezza di quanto riportato nella lettera anonima. Se tale lettera davvero esisteva».