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Palermo, cucciolo malato dato in adozione: la protesta degli animalisti contro il canile

L'animalista Giusy Caldo

La vicenda della cagnolina malata, in fin di vita, data in affidamento dal canile a una famiglia, fa ancora discutere e non lascia indifferenti sicuramente i tanti animalisti che pregano, in questo momento, per la piccola Elodie, così l’avevano chiamata i volontari dell'associazione Ada che l’avevano trovata dopo che era stata abbandonata.

I volontari hanno contattato la polizia municipale e la cucciola è stata portata al canile municipale di Palermo. Gli stessi volontari hanno lanciato immediatamente sui social un post di promozione per l'adozione. «Il canile si sa, come ogni sito di detenzione di decine di animali – spiega Giusy Caldo dell’associazione animalista Ada - è luogo di diffusione di virus pericolosi, in particolare per cuccioli e soggetti fragili. È anche risaputo che dopo la somministrazione di vaccino in qualunque specie, il soggetto che lo ha ricevuto è debilitato e pertanto ha la necessità di un periodo di osservazione. Questo dovrebbe essere un concetto noto agli impiegati comunali che operano in struttura da svariati anni».

Ciò che le associazioni contestano in questa vicenda è la modalità di gestione della situazione relativa all'affido da parte dell'operatore comunale. «Partendo dal presupposto che un cittadino semplice ha il pieno diritto di adottare o prendere in affido un cane sano se questa è la sua volontà (diverso è se si vuole fare un'opera caritatevole di adottare un cane malato) – continua l’animalista - sicuramente un cucciolo appena arrivato di cui non si conosce la storia e appena sottoposto a prassi vaccinale, non doveva essere affidato immediatamente ad un cittadino senza esperienza e senza soprattutto essere passato dall'ambulatorio veterinario che si trova all'interno della struttura comunale».

Alcuni si sono scagliati contro l’adottante per aver riportato al canile la cucciola dopo aver appreso della malattia.
«Ha una malattia virale – comprendono però le associazioni - e appunto per questo deve essere monitorata, in isolamento, per evitare contagio soprattutto in una casa con altri animali. Nella disgrazia di un affido sbagliato anzi queste persone hanno condotto l'animale a proprie spese presso un ambulatorio veterinario privato. Può un "burocrate" impiegato senza nessuna competenza affidare una vita ad un perfetto sconosciuto senza un minimo di selezione? Speriamo che il nuovo assessore, Rosi Pennino, analizzi ed attui nuove soluzioni per la gestione delle adozioni».

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