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Palermo, case occupate nel palazzo confiscato a Sansone: il Sunia chiede il rinvio delle sgombero

Il palazzo confiscato e poi occupato abusivamente

Appello del Sunia al prefetto di Palermo in vista dello sgombero annunciato per domani - venerdì 4 novembre - nei confronti delle 41 famiglie che da una decina d’anni abitano nella via Riccardo da Lentini, in un immobile confiscato alla mafia. Il sindacato unitario nazionale inquilini e assegnatari ieri ha ricevuto nella propria sede una delegazione delle famiglie, che vivono in una condizione di grave disagio economico. La stragrande maggioranza ha figli minori. I nuclei familiari, sostiene il sindacato, hanno occupato gli immobili abbandonati per stato di necessità.

«Chiediamo che venga disposto il rinvio dell’esecuzione e che vengano ricercate soluzioni alternative che tutelino i minori e disabili e che non si abbandonino queste famiglie senza un tetto - dichiara il segretario generale del Sunia Palermo, Zaher Darwish - lo chiediamo nel pieno rispetto delle normative in vigore e considerato che devono ancora essere attivate tutte le strutture e le attività di supporto alle famiglie». Il Sunia lancia un appello al prefetto affinché si trovino «soluzioni dignitose che garantiscano l’unità familiare».

«Chiediamo inoltre - aggiunge Darwish - che sia utile convocare un tavolo congiunto con i sindacati degli inquilini per analizzare, discutere e prospettare interventi sulla materia del diritto alla casa. A Palermo esiste una condizione diffusa di emergenza sociale e abitativa, il sindacato ritiene pertanto sia indispensabile anche quale sarà la destinazione di questo e di altri immobili confiscato alla mafia che potrebbero essere messi prioritariamente a disposizione di chi non ha un tetto, e quindi adibiti a scopi abitativi».

L'immobile, che si trova nei quartiere Uditore, fu confiscato all'imprenditore Salvatore Sansone nel 2007. Cinque anni dopo vi furono scene da guerriglia urbana fra gruppi di senza tetto in lotta fra loro per accaparrarsi gli appartamenti ancora liberi.

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