La bimba di 4 anni arrivata da sola col barcone: il governo tunisino al lavoro per farla tornare a casa
Il ministero tunisino della Famiglia, delle donne, dell’infanzia e degli anziani, in coordinamento con i servizi consolari a Palermo, sta attualmente studiando le procedure per il rientro della bambina di quattro anni sbarcata da sola domenica scorsa a Lampedusa e il suo ricongiungimento con i genitori. Lo rende noto lo stesso ministero in un comunicato, secondo il quale saranno adottate le misure necessarie a beneficio della bambina, in attesa delle decisioni della magistratura tunisina sui genitori ancora in stato di fermo. È in corso un coordinamento con il ministero degli Esteri per garantire il rientro della bambina in Tunisia quanto prima e nelle migliori condizioni, mentre la sorella di sette anni è ospitata dallo zio. Il portavoce dei tribunali di Mahdia e Monastir, Farid Ben Jha, ha spiegato alla radio locale che è caduta l’accusa di «tratta di esseri umani» nei confronti dei genitori, mentre resta in piedi l’ipotesi di abbandono di minore. Il portavoce ha indicato che sono emerse contraddizioni nella versione del padre della ragazza, ma che non sono più rilevanti dopo l’arrivo della figlia in Italia. «L’abbandono di minore - ha sottolineato la stessa fonte - è un reato per il quale la pena non supera i cinque anni di reclusione. Tuttavia, il giudice inquirente può lasciare libera la madre della ragazza. E se non le sarà permesso di unirsi a sua figlia, il sistema giudiziario tunisino potrà decidere il rimpatrio della giovane in modo che possa crescere all’interno della sua famiglia».