Il numero di episodi di pedopornografia e di adescamento online è schizzato alle stelle nell'ultimo anno. A causa dei social e dei videogiochi, i bambini sono esposti a troppi rischi. «Save the children», assieme al ministero dell’Interno e alla polizia, hanno recentemente realizzato una guida con le regole d'oro che tutti i genitori dovrebbero seguire per proteggere i propri figli dai predatori che si aggirano sul web. L'ultima inchiesta condotta dalla polizia postale di Palermo, che ha portato a tre arresti, dimostra quando il problema sia attuale. A essere presi di mira sono un piccolo esercito composto in maggioranza da ragazzini sotto i 13 anni, numeri che hanno risentito dei due anni di pandemia passati chiusi in casa con un collegamento internet funzionante. Il «groomer», ovvero il pedofilo che agisce in rete spesso utilizzando un profilo fake, sfrutta le maglie larghe e difficilmente controllabili di internet per entrare nella vita dei più giovani - non conta se maschi o femmine - facendo leva sulla fiducia e sul loro senso di isolamento e solitudine. Usano emoticons, stickers e lo slang, preparando il terreno a richieste e proposte particolari: vogliono immagini di nudo o sessuali, inducono facendolo sembrare un gioco a fare azioni di autoerotismo e possono inviare materiale pornografico. Gli adescatori manipolano le loro vittime nell’illusione di un sogno d’amore e di un rapporto esclusivo e sono i più fragili che si lasciano convincere. Fondamentale la cultura della prevenzione che dovrebbe vedere la famiglia in prima linea: gli esperti suggeriscono di non dare per scontata l’autonomia che i bambini dimostrano nell’uso delle tecnologie digitali. Il fatto che li renda capaci di gestire eventuali problemi, potrebbe non essere sufficiente a capire che dall’altra parte potrebbe trovarsi davanti un adulto con cattive intenzioni. Tra i consigli irrinunciabili l'attivazione del parental control, la conoscenza di tutte le app utilizzate dai figli, l'attenzione a contatti con adulti sconosciuti e l'esposizione a contenuti violenti o sessuali. Ma soprattutto bisogna stare molto attenti a condividere foto e dati sensibili dei figli, le passioni, lo sport praticato, la scuola frequentata e le abitudini. I genitori devono essere messi al corrente di qualunque richiesta dubbia arrivi dal web: in caso di sospetti - come la scoperta che il bambino ha chattato di sesso, inviato foto o video di nudo a persone più grandi, o anche soltanto di ave rivelato particolari della sua vita quotidiana a qualcuno - la raccomandazione è di contattare al più presto le autorità, recandosi in un ufficio della polizia postale o segnalando quanto avvenuto sull'apposita pagina del sito della polizia.