"I casi di intossicazione da droga tra i bimbi, spesso piccolissimi, sono senza dubbio aumentati negli ultimi due mesi. Ci sono sempre stati, purtroppo, ma adesso vediamo un salita di situazioni del genere. Senza dubbio è un qualcosa che dobbiamo studiare, capire e combattere". A parlare è Maria Lucia Furnari, direttore medico di presidio dell'Ospedale dei Bambini di Palermo, che commenta l'ennesimo ricovero nella struttura di un piccolo, in questi caso di soli 14 mesi, per intossicazione di hashish.
Il bimbo è stato trasferito, con elisoccorso del 118, da Lampedusa a Palermo, dove è stato ricoverato in Terapia intensiva per monitorare possibili danni cerebrali. La procura per i minorenni, diretta da Claudia Caramanna, ha affidato il bambino al direttore sanitario del Di Cristina. Momentaneamente sospesa la potestà genitoriale.
"Prima i casi erano concentrati, come diluiti nel tempi, negli ultimi tempi non è così. Come detto, le cause sono da capire - dice la Furnari - Forse il periodo post covid ha portato un aumento di sostanze stupefacenti, ad esempio". La dottoressa poi sottolinea che "i casi non vengono sempre da famiglie indigente, ma spesso anche da situazioni di agio. Anche per questo, non riusciamo a fare un rapporto tra ceto sociale e consumo". Si tratta in prevalenza di giovani coppie (infatti chi rimane intossicato sono bambini di pochi mesi), con i genitori che "lasciano la droga in giro, il piccolo la tocca e ci si intossica. Non abbiamo mai avuto casi gravissimi, tranne uno, per fortuna, ma il pericolo c'è".
Una volta fatta la diagnosi e accertato il tutto, scatta un protocollo "che coinvolge assistenti sociali, medici, magistratura, tribunale dei minori. Ormai la procedura è standard e purtroppo la conosciamo bene", conclude la Furnari.