Paziente muore al Civico e i parenti aggrediscono i radiologi: come è morto lui, ora dovete morire voi
Aggressione e minacce all’ospedale Civico ai danni dei tecnici del reparto di Radiologia. Lo denuncia la Fials che ha raccolto il racconto dei colleghi coinvolti nell’ennesimo episodio di violenza in corsia. Il fatto è accaduto ieri pomeriggio (21 agosto), quando i parenti di un paziente deceduto si sono scagliati contro il personale con gravi minacce del tipo «così come è morto lui, ora dovete morire anche voi» che è stato «strattonato e colpito da diversi energumeni fuori controllo». Un medico, ricostruisce il sindacato, è stato preso per il collo, un tecnico è stato colpito in un occhio, un altro è stato strattonato violentemente per costringerlo ad aprire la porta dell’adiacente sala operatoria. Alla Direzione generale è stata inviata una accurata relazione per sporgere denuncia. Secondo la Fials, «il servizio di sorveglianza pare non essere intervenuto in Radiologia nonostante le richieste di aiuto inoltrate» e «sembrerebbe che queste scene si siano ripetute anche nelle adiacenze del Pronto Soccorso e del Padiglione 4» a «pochi giorni da un analogo avvenimento accaduto presso la Seconda medicina». Il sindacato segnala inoltre che, nonostante numerose richieste, ad oggi non è stato assegnato alcun personale di supporto al servizio di Radiologia centrale per i turni notturni e festivi. «Il peso del lavoro - aggiunge - ricade interamente sui tecnici e sui medici, i quali vengono continuamente distolti dal proprio lavoro per espletare mansioni di portierato, guardiania, punto di informazione e servizio d’ordine». La Fials sostiene che «anche i locali della Radiologia interventistica presso il padiglione 17/C sono totalmente abbandonati durante la notte e durante i festivi, al punto che i locali della Tac sono stati eletti a rifugio per i barboni che occasionalmente vi trovano riparo e ristoro, e che più volte il personale chiamato in reperibilità deve allontanare persone che si aggirano per il reparto». Il sindacato chiede quindi misure straordinarie e «di intraprendere tutte quelle azioni necessarie alla tutela dell’incolumità e della salute dei dipendenti».