La pericolosità sismica di questa area «è considerata media. Terremoti anche più forti di quello avvenuto oggi sono possibili per quanto la probabilità che si verifichino, ovvero la frequenza, non è particolarmente alta». Lo riferisce l’Ingv (Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia) in merito al terremoto di magnitudo 4.2 registrato dalla Rete sismica nazionale alle ore 6.52. L’epicentro è stato localizzato a 1 km da Giuliana, in provincia di Palermo, al confine con la provincia di Agrigento, con ipocentro a una profondità di circa 4 km. Secondo la Protezione civile non sarebbero stati finora rilevati né danni né feriti. Il sisma è stato avvertito dalla popolazione sia nei comuni vicini del Corleonese, sia in provincia di Agrigento, fino a Sciacca.
Dal Catalogo parametrico dei terremoti italiani emerge, nota la Ingv, che l’area epicentrale del terremoto di questa mattina è circa 20 chilometri ad est dell’importante sequenza sismica del 1968 nel Belice che coinvolse il medio e basso bacino del fiume Belice tra le province di Trapani, Agrigento e Palermo, per una superficie di circa mille chilometri quadri. L’evento di magnitudo più forte, di magnitudo stimata Mw 6.5, avvenne il 25 gennaio 1968: i paesi di Gibellina, Poggioreale e Salaparuta, in provincia di Trapani, e Montevago, in provincia di Agrigento, furono quasi totalmente rasi al suolo, con effetti valutati di grado X della scala Mercalli
La pericolosità aumenta verso ovest, proprio nell’area epicentrale della sequenza sismica del 1968 nel Belice. Negli ultimi anni la sismicità in quest’area della Sicilia meridionale non è stata molto frequente. In particolare un evento sismico molto vicino all’epicentro di questa mattina di magnitudo 3.6 è stato segnalato il 5 agosto 2019.
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