Da 16 anni è al 41 bis, ma dovrà restarci. La Corte di Cassazione, infatti, ha respinto il ricorso del boss palermitano di Pagliarelli Nino Rotolo, 76 anni, contro la proroga del carcere duro disposta dal ministero dell'Interno. Ecco la sentenza della Cassazione Secondo i giudici della Suprema corte, come si legge nella sentenza, "Antonino Rotolo è stato per lungo tempo capo del mandamento mafioso di Pagliarelli, il suo ruolo apicale non è mutato, il semplice decorso del tempo e lo stato di detenzione non hanno cambiato ruolo e funzione dello stesso nell'organizzazione. Rotolo non si è mai dissociato e il gruppo criminale di appartenenza è operativo e vitale, come attestato da numerosi procedimenti penali. Dalla relazione di sintesi acquisita in atti si ricava l'assenza di revisione critica e un comportamento carcerario irregolare tanto da aver condotto alla irrogazione di plurime sanzioni disciplinari". In sostanza, non ci sarebbero i presupposti per revocare il 41-bis, come invece aveva chiesto la difesa. Anzi la Cassazione lo ha condannato al pagamento delle spese processuali e di 3mila euro alla Cassa delle ammende. Rotolo aveva impugnato l'ordinanza del tribunale di Sorveglianza di Roma del 18 novembre 2021, con cui veniva rigettato il suo reclamo alla proroga del regime carcerario del 41 bis. Secondo i suoi difensori "sono trascorsi sedici anni dalla prima applicazione del regime detentivo derogatorio, durante i quali nessun segnale di appartenenza è stato mai espresso dal ricorrente. A fronte della accertata modifica della realtà associativa nel territorio di riferimento, con estromissione del ricorrente da qualsivoglia collegamento criminale, il Tribunale avrebbe dovuto revocare il regime di rigore". Una tesi che non è stata accolta dalla prima sezione della Suprema Corte, presieduta da Luigi Fabrizio Augusto Mancuso. Secondo i giudici il boss oltre a non essersi dissociato dalle condotte criminali, in carcere ha avuto anche un comportamento irregolare, "tanto da essere destinatario di plurime sanzioni disciplinari, tre ammonizioni e l'esclusione dalle attività in comune per giorni nell'anno 2019".